Vogliono far cantare “Bella ciao” per la festa di fine anno: polemiche a scuola

Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione in Consiglio comunale a Parma per far cambiare la scelta della scuola “Cocconi” di utilizzare la celebre canzone popolare dedicata alla Resistenza durante il saggio di fine anno. “Meglio Blowing in the wind”.

Continua a far discutere l’utilizzo di “Bella Ciao” all’interno delle scuole italiane. Stavolta, dopo i casi segnalati nei mesi scorsi, il bubbone è scoppiato a Parma dove Fratelli d’Italia annuncia di voler fare le barricate per impedire che la canzone popolare dedicata alla Resistenza venga cantata da un gruppo di bambini durante la festa di fine anno scolastico in programma tra qualche settimana.

Il partito della premier Giorgia Meloni sostiene di aver raccolto il malcontento di molte famiglie a cui proprio non va giù il fatto che il loro bambino sia “costretto” ad intonare la canzone simbolo della Resistenza. Sconcerto che, sempre secondo la denuncia di Fratelli d’Italia, sarebbe un sentimento comune anche tra qualche docente delle elementari “Cocconi”, evidentemente non d’accordo con la scelta della canzone per la festa di fine anno.

E così è scattata una interrogazione in Consiglio comunale. “Il canto popolare, adottato come inno partigiano – ha tuonato il consigliere di Fdi Priamo Bocchi dalle pagine della Gazzetta di Parma – è rappresentativo di una fazione di quella guerra civile che nel 1943-45 (e anche oltre) ha conosciuto eccidi, fosse comuni, regolamenti di conti, sevizie, barbarie. Trovo triste che, invece di provare a costruire una memoria storica finalmente riappacificata, una scuola elementare persista a indottrinare le menti e le coscienze di ignari bambini attraverso quel catechismo della Resistenza che pretende di dividere i loro trisnonni in buoni e cattivi. A quei bambini non verrà spiegato che molteplici frange di coloro che cantavano l’inno partigiano “Bella ciao” e che imbracciavano il mitra contro i loro connazionali auspicavano non la libertà ma la sottomissione dell’Italia all’Urss attraverso l’instaurazione di un regime comunista. Bella ciao – ha proseguito il capogruppo di FdI – non è una canzone nella quale si rispecchiano tutti gli italiani e se le maestre della scuola Cocconi intendono essere davvero educatrici prima che attiviste di qualche fazione politica, insegnino ai loro bambini la storia italiana in modo obbiettivo; e i valori di pace e fratellanza e il disprezzo della guerra attraverso altre e più idonee canzoni (“Blowing in the wind“, per esempio)”.

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