Dal 1987 ad oggi, più di 500 mila studenti italiani hanno viaggiato in Europa con il Programma Erasmus. Nel 2019/2020, sono 262 gli istituti di istruzione superiore italiani coinvolti nella mobilità Erasmus+: Atenei, Istituti dell’alta formazione artistica musicale, Scuole Superiori per Mediatori Linguistici, Istituti Tecnici Superiori e le organizzazioni a guida di consorzi. Nel 2018 quasi 27.000 i giovani europei che hanno scelto l’Italia per un’esperienza Erasmus. Tra le principali motivazioni emergono gli aspetti linguistici e culturali, oltre all’offerta formativa dei nostri Atenei, ponendo l’Italia per il secondo anno consecutivo al quarto posto in Europa (dopo Spagna, Germania e Francia) per numero di studenti ospitati per attività di studio.
Come non ammettere che il programma Erasmus è stata una della iniziative più indovinate della Commissione europea. Ha generato una vera esplosione di scambi culturali, di immersioni in mondi e culture nuovi ai tanti ragazzi che lasciavano il loro Paese, spesso per la prima volta. La cinematografia, poi, ha fatto il resto con film cult come l'”Appartamento spagnolo” del 2002 seguito da “Bambole russe” (2005) e “Rompicapo a New York” (2013).
Di Erasmus e di cooperazione europea se ne parla in questi giorni a Genova, anche con l’obiettivo di prepararsi alla prossima Call in scadenza a febbraio 2020. L’iniziativa è organizzata dall’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire con la collaborazione dell’università di Genova. La Call europea prevede un incremento di budget del 12% rispetto al 2019, per un totale di oltre 3 miliardi di investimenti in Europa su tutte le azioni del Programma. Per il settore dell’Istruzione superiore italiano sono previsti nel 2020 circa 120 milioni di euro per realizzare attività di mobilità degli studenti e dello staff in Europa e in altri paesi extraeuropei, oltre alla costruzione di partenariati strategici per l’innovazione. Tra le novità previste, una seconda fase pilota per l’iniziativa dedicata alle Università europee e il rilancio delle mobilità da e verso l’Africa a seguito dell’Alleanza Africa-Europa che intende creare 35.000 opportunità.
«L’evento di Genova – dichiara Flaminio Galli, Direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire – rappresenta un appuntamento importante di informazione sul Programma Erasmus e di condivisione con gli Atenei e gli istituti di istruzione superiore. I risultati in continua crescita del nostro Paese in tema di mobilità internazionale sono frutto della sempre maggiore collaborazione con le Università italiane. Il 2020 chiude un settennale pieno di successi per l’Italia e ci traghetta verso un futuro che offrirà strumenti ancora più innovativi e inclusivi per rafforzare l’identità europea. L’incremento degli investimenti della Commissione nell’istruzione garantirà più inclusione e opportunità di formazione per i nostri studenti».
Il Magnifico Rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci, felice di ospitare questo evento, afferma: «L’Università di Genova ha aderito con entusiasmo e convinzione al Programma Erasmus ai suoi albori, oltre trent’anni fa. L’impatto del Programma all’interno dell’Unione è sotto gli occhi di tutti, ora dobbiamo riflettere sul futuro, su come estendere e adattare certi schemi di collaborazione, condivisione e mobilità al resto del mondo, su come renderlo strumento globale di internazionalizzazione. Sono fiducioso che l’Infoday genovese, legato alla Call che chiude il settennato 2014-2020, possa rappresentare un ponte verso questo futuro».
Nell’ambito della Call 2020 gli Istituti di istruzione superiore potranno sperimentare nuove forme di internazionalizzazione grazie al progetto Erasmus+ Virtual Exchange, per preparare il terreno al futuro Programma 2021-2027.
La cooperazione europea continuerà ad avere un ruolo di primo piano attraverso i partenariati strategici, per i quali si conferma l’aumento di budget, e il cui importo complessivo ammonterà a 9.085.011,00 euro. Tra le nuove priorità del 2020, si segnalano le sfide poste dai cambiamenti climatici, la partecipazione attiva alla vita democratica dell’Unione e il supporto allo sviluppo della European Student Card, iniziativa chiave per la realizzazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione.
Brussels celebra i 30 anni di Jean Monnet
La Direzione generale Istruzione, Gioventù, Sport e Cultura della Commissione europea, per celebrare l’anniversario del progetto ha organizzato una due giorni presso lo splendido scenario del Concert Noble, un’elegante struttura nel cuore delle Istituzioni europee. L’obiettivo del programma Jean Monnet è quello di sostenere l’innovazione, lo scambio di conoscenze e la comunicazione sulle questioni europee. I progetti approvati in questi anni hanno esplorato nuove prospettive e metodologie per promuovere gli affari europei, oltre che concentrarsi su attività di informazione e comunicazione.
L’Italia con 600 progetti approvati è di gran lunga il Paese primo in classifica davanti a Spagna, Inghilterra e Francia. Dal 1990 al 2018 sono stati coinvolti circa 300mila studenti ogni anno, 9000 professori universitari, 1000 università e 100 Paesi.
Interessanti i temi toccati nel corso della giornata. La parte del leone è andata ovviamente alla trasformazione digitale, che sta modificando significativamente le professioni, i mestieri, le aziende e le economie. Ma anche gli altri temi della filiera educativa e le soft skills o meglio le life skills che diventano fondamentali nel percorso di crescita e di realizzazione dei nostri giovani. Realizzazione non solo professionale, ma anche e soprattutto umana e sociale. Che tipo di giovani vogliamo formare in futuro? Che mondo vogliamo costruire? sono alcune delle domande poste da Deirdre Butler, dell’università di Dublino, all’uditorio.
La provocazione è quella che occorre ripensare ai contenuti, al modello formativo e al modo in cui si insegna e si insegnerà alle future generazioni. La denuncia venuta fuori dalla platea è che i professori hanno poco tempo per dedicarsi all’apprendimento delle nuove tecnologie e non sono così in grado di essere al passo con la velocità dei tempi. Un monito pericoloso al quale occorrerà porre rimedio se vogliamo riadattare velocemente un sistema formativo europeo vecchio, non solo per l’età avanzata dei suoi docenti.
Una bella sfida per la DG, per il programma Erasmus e per la nuova Commissione europea che proprio oggi(27novembre) ha incassato la fiducia del Parlamento con 461 voti favorevoli e 157 contrari. Da lunedì la neo Presidente Von Der Leyen e i suoi Commissari avranno un bel lavoro che li aspetta.
Mariano Berriola
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