Scuola, sciopero generale nell'ultimo giorno

I sindacati hanno indetto uno sciopero di tutto il personale. Flash mob, manifestazioni ed iniziative sono previsti in tutta Italia, anche davanti al ministero dell’Istruzione a Roma. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda lamentano il fatto che si facciano proclami sulla centralità dell’istruzione

Nell’ultimo giorno di scuola a distanza, che si consuma oggi nella gran parte delle regioni italiane, i sindacati hanno indetto uno sciopero di tutto il personale. Flash mob, manifestazioni ed iniziative sono previsti in tutta Italia, dalle 11 alle 13 anche davanti al ministero dell’Istruzione.

Uno sciopero in emergenza, e per questo da molti contestato, che arriva dopo un lungo braccio di ferro. La goccia? I concorsi. Il mancato accordo sulla stabilizzazione dei precari – la procedura è stata poi approvata nel Dl Scuola – è il motivo principale di questo scontro che parte da lontano e che non ha mai visto tregue. Il tentativo di conciliazione, a seguito della proclamazione dello stato di agitazione, c’è stato lo scorso 29 maggio. “Eccezion fatta per l’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti abbiamo preso atto della totale assenza di precisi impegni da parte dell’amministrazione” l’esito negativo del confronto. E così è sciopero, anche se dal valore simbolico perché siamo alla fine delle lezioni e a scuole chiuse.

I cinque segretari di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda verseranno l’equivalente di una giornata di adesione allo sciopero alla Protezione civile, indicazione che è stata data anche al personale che oggi non è in servizio e non può aderire alla mobilitazione. Lo  slogan? “Ripartire insieme, ripartire in sicurezza. Centralità della scuola per far crescere il Paese”.

“Il Governo non sottovaluti la protesta forte e legittima di oggi del mondo della scuola. Apra subito un confronto serio con i sindacati per garantire la riapertura in assoluta sicurezza delle scuole, rafforzando le assunzioni ed investendo più risorse. Il futuro del Paese dipende dalla nostra scuola” twitta la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

Lo sciopero ha l’obiettivo di “sollecitare il governo a fare le scelte necessarie non solo per la riapertura in presenza a settembre nella massima sicurezza, ma per rimettere la scuola al centro delle priorità del Paese” le ragioni espresse nei giorni scorsi dal segretario della Cgil, Maurizio Landini ed dal segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. “Servono  – spiegano – risorse immediate per assunzioni straordinarie al fine di garantire la riduzione degli alunni per classe, obiettivo che riguarda non solo il distanziamento, ma la qualità della scuola. Servono investimenti in edilizia oltre quelli già previsti. Superare la precarietà nella scuola è allo stesso tempo obiettivo fondamentale”.

Le sigle sindacali lamentano il fatto che si “facciano proclami sulla centralità dell’istruzione che poi – sostengono – non vengono seguiti da stanziamenti congrui” e poi la mancata stabilizzazione dei precari “che da anni contribuiscono in maniera fondamentale al funzionamento della scuola italiana”, e le classi pollaio “destinate a rimanere tali anche alla ripresa della scuola a settembre”.

Anche dopo l’incontro con il premier Conte giovedì scorso sulla ripresa della scuola a settembre i sindacati hanno ribadito le loro ragioni: “In assenza di investimenti cospicui e di una strategia realmente efficace da mettere in campo si rafforzano ulteriormente le motivazioni dello sciopero” dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda.

La segretaria della Cisl-Scuola, Maddalena Gissi, insiste sul tema della sicurezza. “Ci devono essere garanzie che nessuno finora ci ha dato- dice -. Lo sciopero ha un forte significato valoriale, la richiesta delle organizzazioni sindacali è per il bene di famiglie e studenti, chiediamo di pensare alla scuola non come un centro di costo”.

Il comitato “Priorità alla Scuola”, che ha promosso flash mob nelle piazze italiane il 23 maggio scorso, appoggia lo sciopero rivendicando le richieste avanzate dalle sigle sindacali, tra cui un piano straordinario di investimenti per la ripresa in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche in presenza e adeguate risorse economiche, per consentire un necessario potenziamento degli organici.

Il nodo dei concorsi sta nel fatto che i sindacati volevano iniziare la scuola a settembre stabilizzando da subito il rapporto di lavoro di chi ha almeno tre anni di anzianità di servizio. Titoli e anzianità era la linea anche di Leu e parte del Pd. “Selezione nel merito”, la posizione della ministra Lucia Azzolina portata avanti sino alla mediazione uscita dopo un confronto-bis in maggioranza con il premier Giuseppe Conte.

Il concorso straordinario per i 32mila precari di medie e superiori ci sarà, ma dopo l’estate (forse già a ottobre) e non si farà più secondo la modalità a crocette: si è scelta una prova scritta, ancora da definire. Nel frattempo i docenti entreranno in cattedra a tempo determinato direttamente dalle graduatorie d’istituto, che dovranno essere aggiornate. E dal primo settembre saranno a disposizione della scuola. Il superamento della prova scritta e, dopo un anno, un colloquio facilitato consentirà l’assunzione dei supplenti a settembre 2021 con retrodatazione del contratto di un anno.

C’è poi il nodo delle risorse da destinare all’istruzione – 1,5 miliardi nel Dl Rilancio – che i sindacati ritengono insufficienti per far ripartire la scuola in sicurezza a partire dalla copertura del personale che si deve occupare delle pulizie e della sanificazione degli ambienti. I sindacati inoltre chiedono un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di Dsga e, per quanto riguarda i presidi, di sollevarli da responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici.

repubblica

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