Può un geometra pensionato, sprovvisto di titolo di laurea, indagato per abuso d’ufficio, gestire il bilancio da oltre un miliardo di euro l’anno del più grande ateneo italiano? La risposta, a dispetto del buon senso, è si. Questa, infatti, la situazione che si è venuta a creare all’Università La Sapienza di Roma dove il direttore generale, Carlo Musto D’Amore, non solo non possiede il titolo di laurea che si presupporrebbe necessario per accedere a posizioni dirigenziali presso istituzioni pubbliche, ma è stato persino confermato con la stipula di un nuovo contratto quadriennale (per circa 200 mila euro annui) nonostante sia già andato in pensione.
Una storia che ha dell’assurdo se rapportata con i proclami del Governo Renzi riguardo meritocrazia e turn over dei dirigenti pubblici. A descrivere la situazione, ricostruendo la carriera del geometra Musto D’Amore, le amicizie con diversi Rettori e le carriere “anomale” di parenti e amici, è stato il giornalista Emiliano Fittipaldi in un recente articolo pubblicato su L’Espresso che riportiamo di seguito.
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