Ricercatori all’attacco

E’ iniziata questa mattina la settimana di mobilitazione nazionale che vede scendere in piazza centinaia e centinaia di ricercatori precari italiani impegnati da mesi nella protesta al ddl Gelmini

E’ iniziata questa mattina la settimana di mobilitazione nazionale che vede scendere in piazza centinaia e centinaia di ricercatori precari italiani. Le cause? Potremmo rispondere le solite: tagli all’università, il ddl Gelmini, ricerca poco riconosciuta e si potrebbe continuare per pagine e pagine.
Ormai da mesi i giovani cervelli della nazione stanno dimostrando di non voler più sottostare a determinate consuetudini divenute leggi, come ad esempio sostituire i docenti piuttosto che affiancarli nella didattica. La FLC CGIL ha spiegato in un documento che ci saranno grandi tagli tra il 2011 e il 2012 e la cosa peggiore è che una previsione della Conferenza dei Rettori ha stimato al 1° gennaio 2011 il momento di maggiore gravità finanziaria per gran parte degli atenei.
Per tutte queste ragioni domani, 18 maggio, ci sarà l’occupazione simbolica di tutti i rettorati italiani per poter discutere le problematiche di cui sopra e soprattutto dimostrare che i ricercatori, stavolta, non si fermeranno. Sono quindi previste mobilitazioni presso tutti gli atenei che in questi mesi si sono impegnati affinché la protesta non passasse inosservata.
L’appuntamento nazionale è invece per mercoledì 19, giorno in cui i dottori saranno chiamati a riunirsi in un’unica grande compagine davanti al Senato della Repubblica a Roma.

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