Ricerca: orgoglio partenopeo

Mario De Stefano, biologo marino alla Sun, unico italiano ammesso al progetto di ricerca in mc curdo nell’Antartide, vince per il secondo anno consecutivo il prestigioso riconoscimento internazionale per la migliore fotografia scientifica del 2010.

Mario De Stefano, biologo marino alla Sun, unico italiano ammesso al progetto di ricerca in mc curdo nell’Antartide, vince per il secondo anno consecutivo il prestigioso riconoscimento internazionale per la migliore fotografia scientifica del 2010.
Osservate e ammirate questa foto. Si tratta della migliore fotografia scientifica del 2010: colonie a ventaglio della diatomea (alga unicellulare) Licmophora flabellata sullo sfondo di una pensilina solare innovativa ispirata alle loro forme.
Il riconoscimento viene dall’ “International Science and Engineering Visualization Challenge” la competizione internazionale organizzata dalla “National Science Fundation” e dal magazine “Science” che ha ricevuto quest’anno oltre 500 contributi dalle università più prestigiose del mondo.
A portare a casa il primato un gruppo di giovani ricercatori della Seconda Università di Napoli composto da Mario De Stefano del dipartimento di Scienze Ambientali della facoltà di Scienze del Farmaco per l’ Ambiente e la Salute, da Carla Langella del dipartimento di Industrial Design Ambiente e storia della facoltà di Architettura “Luigi Vanvitelli” e da Antonia Auletta.
“In un panorama generale così triste per carenza di fondi alla ricerca, siamo tutti orgogliosi di aver vinto una competizione scientifica così importante – ha commentato De Stefano, unico italiano ammesso al progetto di ricerca sulla biologia al Polo Sud dove ha potuto misurare il livello di vivibilità del mare e vivere una esperienza professionale ed umana veramente unica.
La soddisfazione è duplice, perché il biologo della Sun si è aggiudicato questo riconoscimento per la seconda volta consecutiva; lo scorso anno, infatti, si era affermato come primo italiano e l’ateneo partenopeo prima istituzione universitaria italiana nella storia della competizione.
“Dietro questo lavoro c’è l’impegno di tante persone – ha spiegato il ricercatore – la linea di ricerca sulle microalghe ha la difficoltà di essere estremamente specialistica e quindi poco rappresentata nell’opinione pubblica ma il vantaggio di avere una valenza globale e un livello internazionale” .
Ivana Berriola

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