«Mai nella storia si sono avuti rettori così concilianti di fronte a tagli e riforme così distruttive». I ricercatori della Rete29aprile puntano il dito contro i Magnifici che guidano gli atenei italiani accusandoli di aver fatto sentire solo una «flebile voce» che è stata «in modo umiliante, totalmente ignorata».
L’atteggiamento dei rettori, a parere della Rete, sembra suggerire che abbiano voluto praticare uno scambio con il governo del Paese: «noi non ci opponiamo al progetto di riforma dell’università e il governo, in cambio, ritirerà i tagli già annunciati, dal giugno 2008, al fondo di finanziamento ordinario. Finanziamento che, per la verità, non deve essere considerato una gentile concessione, ma semplicemente – fa notare l’associazione – parte dei servizi fondamentali che qualsiasi governo dovrebbe garantire per mantenere viva una istituzione pubblica».
La Rete chiede quindi ai rettori un cambio di strategia. «Ci pare assolutamente necessario, prima che questa gloriosa istituzione porti a termine un assurdo suicidio, avviare una riflessione positiva e propositiva che coinvolga tutta l’Università, ne risvegli il legittimo orgoglio e metta in moto dinamiche positive di condivisione dei passi da fare per correggere le storture che, indiscutibilmente, si affiancano a importanti eccellenze».
L’unica via di salvezza per «una Università immeritatamente messa alla gogna nel suo complesso, privata delle risorse necessarie persino per il suo minimo funzionamento, punita oltre ogni ragionevolezza dalla recente manovra finanziaria; esclusa da ogni considerazione sulle modalità di una riforma», sembra essere – sottolinea la Rete – «sembra essere, talmente poca la fiducia che si ripone in chi ci lavora, quella di rinchiuderla in una gabbia di marca privatistica e di stampo dirigistico-assolutista che appare una ristrutturazione aziendale, più che una riforma.
Un percorso anch’esso temporaneo, per individuare delle bad company e delle good company da cancellare o da collocare sul mercato prima di passare, definitivamente, alle evidentemente indiscutibili (e indiscusse) virtù delle Università private». «Speriamo non vogliate essere ricordati come coloro che, definitivamente, hanno chiuso a chiave le porte dell’Università pubblica per consegnarle a gruppi di interessi e accorti speculatori» conclude la Rete invitando i rettori a partecipare all’assemblea pubblica in calendario per venerdì prossimo, 17 settembre, a Roma.
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