“Voglio che questa storia sia pubblica, perché tutti devono sapere come vanno le cose nel nostro Paese”. A 40 anni c’è ancora la voglia di mettersi in gioco, anche con due lauree, due master conseguiti all’estero, un figlio da crescere. Eppure, non ci si ferma di fronte alle ingiustizie. Vi proponiamo, di seguito, la lettera di una candidata ai test d’ingresso IMAT svolti alla Sapienza qualche giorno fa. La lettera, pubblicata da Scuolando, rivela tutto il malessere di fronte a situazioni assurde. Leggere per credere.
“Gentile Redazione,
scrivo per denunciare una grave irregolarità avvenuta durante il test di ingresso a Medicina e Odontoiatria in Inglese, presso La Sapienza di Roma.
1) I documenti e i fogli con i dati anagrafici dei partecipanti per regola non vanno ritirati durante il test ma solo DOPO onde evitare magagne;
2) Durante il test mi accorgo che uno dei partecipanti seduto di fronte a me HA CON SE’ IL CELLULARE, cosa VIETATA. Infatti i telefoni cellulari andavano lasciati all’entrata. Il ragazzo sta compilando le risposte con l’aiuto del cellulare, probabilmente usando internet per trovare le risposte. Faccio cenno al Presidente della Commissione il quale si avvicina. Gli spiego cosa sta accadendo e lui molto infastidito nei MIEI confronti mi dice ‘io non vedo cellulari’. Ovviamente il ragazzo nel frattempo aveva messo in tasca il telefono. Mi sento dire dalla commissione intera che loro non possono farci niente perché non hanno potere di perquisire ne di far svuotare le tasche al ragazzo. Il test continua, nel frattempo decidono di far sedere una signora della commissione di fianco al ragazzo per poterlo osservare (ma ormai il danno era fatto)
3) Dopo circa 10 minuti lo stesso ragazzo fa rivolge una domanda RIGUARDANTE UN SIGNIFICATO IN INGLESE DI UN TERMINE USATO IN UNA DOMANDA del quiz. La signora risponde ovviamente ‘non posso risponderle, non posso aiutarla’. A quel punto il Presidente torna dal ragazzo, fa alzare una ragazza intenta a concentrarsi (abbiamo a disposizione 90 secondi per rispondere ad ogni quesito, la concentrazione è fondamentale in tale frangente) per poter andare ad AIUTARE il ragazzo. Questo chiede il significato del termine LIVER (fegato in italiano), lui risponde, ‘significa fegato’. Una ragazza dall’altra parte dell’aula si agita e urla ‘così non vale, non è giusto. A questo punto la dice a tutti la risposta’. E lui, ‘certo, che problema c’è, Liver significa Fegato in italiano’ Io a quel punto mi agito (da dire che la mia concentrazione era già andata a farsi benedire). Dico al presidente ‘lei non può aiutare nessun candidato’ Lui alza la voce ‘Lei si faccia i fatti suoi, che ne sa di come funzionano queste cose?
A questo punte se la mettete così mi costringete ad essere fiscale’. Io rispondo ‘Lei DEVE essere fiscale’. E lui ‘mi denunci’. Il ragazzo viene fatto sedere al primo banco, non so perchè. Io ormai in preda al nervosismo totale compilo il foglio risposte velocemente senza neanche più fare attenzione a niente, consegno il foglio e mentre esco il ragazzo mi insulta. Mi giro e chiedo ‘dici a me?’. A quel punto il Presidente mi accusa di arrecare disturbo alla classe e di andare a risolvere le questioni private (che private non erano, semmai pubbliche visto che di concorso pubblico INTERNAZIONALE si trattava, erogato dalla Cambridge Assessment Board of Medicine).
Esco, con tutte le mie frustrazioni, chiamo i Carabinieri al telefono per richiedere una pattuglia sul posto. Mi rispondono che non sono tenuti ad intervenire, di andare ad una vicina stazione dei carabinieri e denunciare il fatto. Ma spiego che non conosco i nomi delle persone coinvolte e che presto se ne andranno e non sarà possibile identificarle in futuro. Ma nulla. Esco, nel frattempo il ragazzo mi raggiunge insieme ad una tipa e lì inizia ad urlarmi in faccia di tutto ‘fallita, hai 40 anni e stai a fa il test di medicina vergognati: sei una psicopatica del cazzo, sei un cesso, una cojona’… e chi più ne ha…
Chiamo di nuovo i Carabinieri questa volta perché sono spaventata e penso che il ragazzo così aggressivo potrebbe seguirmi e continuare ad insultarmi. Do i miei dati all’agente per telefono. Atteno, ma dopo 20 minuti di attesa snervante, con il tizio che mi fissava in maniera minacciosa insieme alle sue amiche ho deciso di sbrigarmi a tornare a casa.
Questa è stata la mia esperienza al test di ingresso a Medicina e Chirurgia in Inglese presso La Sapienza di Roma, facoltà di Economia aula 3. Ho pagato 120 euro la tassa per fare il test, i soldi del biglietto per il treno. I soldi per acquistare i libri per la preparazione al test, la speranza di poter finalmente portare a compimento il mio progetto. Anche se ho 40 anni, anche se ho già una laurea e 2 master conseguiti in Inghilterra. Anche se ho un figlio. Vorrei che almeno questa storia diventasse pubblica affinché si sappia che queste cose accadono nelle nostre università e che la corruzione dilaga ovunque nel nostro Paese. Grazie”.