Progetto contro la violenza nelle scuole, dietrofront Valditara: “Avanti senza garanti”

Il ministro: “Promuovere nelle scuole il contrasto alla violenza contro le donne”

Il progetto “Educare alle relazioni”, pensato dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin per combattere maschilismo e violenza di genere nelle scuole, andrà avanti senza alcun garante. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate”, ha aggiunto il ministro. “Troppe polemiche da destra e sinistra”, ha commentato Concia.

“Il progetto ‘Educare alle relazioni’ andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”, ha aggiunto Valditara. “Il maschilismo e la violenza contro le donne sono temi seri e importanti che stanno a cuore a questo governo”, ha spiegato nella lunga nota al termine della quale ha annunciato il passo indietro sui garanti del progetto.

Valditara: “Promuovere nelle scuole il contrasto alla violenza contro le donne”

Il ministro ha spiegato: “Non casualmente è stato approvato dal Parlamento un disegno di legge a prima firma Roccella che si intitola ‘Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica’. E non casualmente – ha aggiunto il ministro – si è siglato il 22 novembre fra i ministri delle Pari opportunità e della Famiglia, della Cultura, dell’Istruzione e del Merito un protocollo d’intesa per promuovere nelle scuole il contrasto alla violenza contro le donne”. Secondo Valditara, il progetto “Educare alle Relazioni” è una risposta “che attua questo indirizzo e che tiene conto delle tante sensibilità di cui è composto il Paese e il Parlamento”. Un progetto che “non parla dunque in alcun modo di educazione sessuale, di educazione all’affettività, o di cultura gender. Costituisce, su base volontaria, fuori dal curriculum scolastico, gruppi di discussione fra i giovani, moderati da un docente appositamente formato da Indire, per contrastare mentalità e atteggiamenti che generano discriminazione, sopraffazione e violenza verso le donne”. 

La presenza dei garanti, dunque, “aveva semplicemente lo scopo di sostenere questa iniziativa” e “la loro diversità culturale era proprio un messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete, di buon senso, non estremiste, né tanto meno ideologiche”. Un tentativo “di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante”, ha concluso Valditara, che però non è riuscito, visto che “ha suscitato polemiche” che hanno portato il ministro a non attivare l’incarico. 

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