Prof ucciso a scuola, gli studenti tornano in classe: “Serve un metal detector all’ingresso”

Manifestazione di genitori e studenti questa mattina a Melito alla ripresa delle lezioni dopo la morte di Marcello Toscano, il docente ucciso nei giorni scorsi all’interno dell’istituto.

Sono riprese questa mattina le lezioni nella scuola media Marino Guarano di Melito di Napoli, l’istituto dove lo scorso mercoledì è stato trovato il cadavere del docente Marcello Toscano. Ad ucciderlo, secondo la tesi della procura di Napoli Nord, un collaboratore scolastico dello stesso plesso, il 54enne Giuseppe Porcelli. Alle 8, alla ripresa delle attività didattiche, gli studenti sono stati accolti dai docenti all’ingresso della scuola e accompagnati nelle rispettive classi.

Fuori dalla scuola si è tenuta una manifestazione: “Non lasciateci soli” è stato il messaggio scritto su un grande striscione esposto dalle mamme degli alunni della scuola media. La manifestazione è stata organizzata per sollecitare interventi che garantiscano la sicurezza della comunità scolastica, senza escludere, hanno chiesto le mamme, l’installazione delle telecamere, oltre ad una presenza maggiore delle forze dell’ordine. È stato ricordato che nella scuola ci sono stati altri episodi di violenza, tra aprile e maggio, quando un ragazzo è stato accoltellato da un compagno di classe mentre una ragazzina è stata vittima di un episodio di bullismo da parte di alcune compagne.

Intanto Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde in Campania che ha preso parte alla manifestazione, ha chiesto che venga installato un metal detector all’ingresso dell’istituto. “Qualcuno potrà storcere il naso ma qua dentro sono entrati ragazzini con i coltelli, quindi per me la richiesta è totalmente legittima. Alcuni mesi fa – ha detto Borrelli – ci fu un accoltellamento all’interno di questa scuola. Il protagonista della vicenda, uno studente, a quanto mi risulta non è stato bocciato ma promosso, la preside dovrà spiegare il perché. Un’azione disciplinare forte nei confronti di chi sbaglia è necessaria, non vorrei che il ragazzino, problematico, sia stato scaricato su un’altra scuola. Non è così che si fa educazione, chiederò approfondimenti”.

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