Preti e suore all’Alma mater. Gli atei attaccano: “Proselitismo in un luogo pubblico”

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Frati e suore sono stati autorizzati ad entrare nella Facoltà di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum di Bologna per parlare con gli studenti. L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti polemizza: “campagna di evangelizzazione di dubbio gusto”. Il Preside Pier Paolo Diotallevi, poi, si era opposto all’installazione di una mostra sull’omofobia, sostenendo che all’interno della Facoltà dovessero tenersi solo “manifestazioni di carattere tecnico e scientifico”.
Abbiamo intervistato il Segretario dello UAAR, Raffaele Carcano.

Qual è il motivo della critica rivolta al Preside Diotallevi?

Siamo di fronte a una sorta di invasione di predicatori un po’ in tutta l’Università. Ci sono pervenute numerose altre segnalazioni, e non solo dalla Facoltà di Ingegneria. Pare che tali truppe d’assalto arrivino addirittura a “bloccare” gli studenti che percorrono i corridoi, nell’intento di scambiare almeno qualche parola con loro. È una forma di evangelizzazione che, giova ricordarlo, ha luogo all’interno di strutture pubbliche: strutture destinate allo studio, anzi, strutture laiche destinate a uno studio laico. O i predicatori, muniti di tutti i permessi necessari al pari delle normali associazioni come l’Uaar, svolgono le loro attività sulla pubblica via, oppure a tutti deve essere concesso di “invadere” l’Università per promuovere i propri scopi. Altrimenti siamo di fronte all’ennesima discriminazione nei confronti di chi non è cattolico, e all’ennesimo privilegio accordato ai vertici ecclesiastici nel (disperato?) sforzo di tamponare il crollo verticale della presa della dottrina cattolica sui giovani. Sia ben chiaro che noi siamo per la prima strada, non per la seconda: l’università è fatta per insegnare e studiare, e i giovani si attendono risposte sul loro futuro, non certo una catechesi che non hanno chiesto- e che evidentemente non chiedono, altrimenti avrebbe luogo in parrocchia.

 La UAAR ha criticato la decisione del Preside di non aver voluto concedere l’installazione di una mostra sull’omofobia. Come commenta?

Nemmeno due anni fa il preside Diotallevi negò agli studenti del Sindacato degli Universitari, quindi addirittura ad una realtà interna al mondo universitario, la possibilità di allestire una mostra sull’omofobia, in quando a Ingegneria «si organizzano solo manifestazioni di carattere tecnico o scientifico». Ora constatiamo come abbia fatto un’eccezione nei confronti dei soliti noti.

Religione cattolica, scuola e università in Italia. Qual è il tipo di rapporto esistente tra queste istituzioni secondo il punto di vista della Uaar?

La strategia cattolica funziona come una tenaglia: da un lato è alla continua ricerca di finanziamenti e agevolazioni per l’istruzione privata, in gran parte cattolica (con un impatto di oltre 700 milioni all’anno sui conti pubblici); dall’altra mira alla confessionalizzazione dell’istruzione pubblica, attraverso l’ora di religione (che ci costa oltre un miliardo all’anno). Né si ferma qui: vogliamo ricordare le visite pastorali, i canti natalizi, persino le messe in orario di lezione – che pure sarebbero vietate dalla legge? Ripeto: comprendiamo bene le ragioni che spingono i vescovi a dar vita a un proselitismo sempre più parossistico. È l’atteggiamento delle istituzioni pubbliche che è particolarmente desolante: incapaci di ragionare su quanto sia cambiata la nostra società, così plurale e secolarizzata, e per contro sempre sollecite a soddisfare ogni desiderio del mondo cattolico. La religione sta svanendo nella società, e vuole ritornarci grazie al potere istituzionale. Del resto, non si “festeggiano” proprio quest’anno i 1700 anni dell’editto di Costantino, dopo il quale il cristianesimo fu imposto con provvedimenti liberticidi?

Vuole rilasciare un commento sul pontificato di Benedetto XVI? Cosa avrebbe voluto che facesse durante gli anni del Suo pontificato?

Non vogliamo interferire. Rileviamo soltanto, anche in questo caso, quanto sia stato osannato dalle istituzioni italiane e, per contro, quanto bassa sia stata la sua popolarità tra la popolazione.  E quanto sia stato ateofobo: della sua continua demonizzazione non sentiremo certo la mancanza. Non è detto, tuttavia, che il successore sarà migliore: i venti del rinnovamento soffiano sempre assai poco, in Vaticano.

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  1. Mi sembra notevole l’ipocrisia del preside Diotallevi che, nonostante dichiari che in facoltà dovrebbero tenersi solo manifestazioni di carattere tecnico e scientifico, poi dà il via libera (in totale autonomia decisionale) ad un’attività di puro proselitismo religioso. Se è un uomo onesto, o chiede scusa e dichiara il suo “errore”, oppure concede lo stesso spazio ad un’iniziativa antireligiosa; per esempio a favore dello sbattezzo.

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