L’opposizione guidata da Walter Veltroni, alla vigilia dell’approvazione anche al Senato della Riforma Gelmini, lancia una controproposta, stilando un elenco di dieci punti da cui ripartire per garantire un futuro al mondo accademico, che rischia il collasso. La proposta, piuttosto articolata, è sintetizzabile dallo slogan “La politica dei tagli deve essere rimpiazzata da quella dei segni più”.
I principi ispiratori del Pd sono quelli che all’università serva «più autonomia responsabile, più valutazione e riconoscimento del merito, più spazio ai giovani, più internazionalizzazione, più attenzione all’equità sociale, più investimenti pubblici e privati». Ecco nel dettaglio i dieci punti.
1 – Meritocrazia «Concorsi più rapidi, più meritocratici, più internazionali con meno nepotismi, localismi e lobbismi disciplinari»;
2 – Valutazione «Valutare le università per rimanere in Europa» tramite l’attivazione dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca);
3 – Basta finanziamenti a pioggia «Finanziare l’Università in base al merito»;
4 – Maggiore trasparenza «Finanziare la Ricerca con procedure trasparenti e internazionali»;
5 – Nuovo sistema gestione «La governance universitaria deve essere più responsabile, efficace ed efficiente»;
6 – Premi per i più bravi «Valutare periodicamente i risultati del lavoro ed incentivare i migliori»;
7 – Più docenti, meno precari «Più giovani professori e meno lunghi precariati»;
8 – Dottorati & Ricerca «Innalzare la qualità dei dottorati di ricerca per innalzare la qualità delle università»;
9 – Studenti protagonisti «Rendere protagonisti gli studenti assicurando il diritto allo studio e la mobilità in Italia e in Europa»;
10 – No ai tagli «Garantire più finanziamenti pubblici al sistema universitario e par condicio tra le università».
Manuel Massimo
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