Un click di mouse sarà più che sufficiente per conoscere l’andamento scolastico dei propri figli. Il ministro dell’Innovazione e della funzione pubblica Renato Brunetta lo ha già annunciato: “Le pagelle dei ragazzi devono essere lette su internet al massimo entro due anni”.
L’iniziativa, che a tratti può suonare come una minaccia, soprattutto fra gli studenti, rientra in un tentativo più generale di riorganizzazione della Pubblica amministrazione, decisamente troppo obsoleta nei suoi modi di comunicazione, tanto all’esterno che fra gli stessi dipendenti della P.A.
Snellire, diventa allora la parola d’ordine. Le informazioni: dalle circolari ai passaggi di classe, fino al curriculum studiorum dell’alunno si muoveranno sul web, nell’ottica di una semplificazione tecnologica che è sempre più necessaria. In questo modo, oltre a guadagnare tempo si andrà a risparmiare sulla carta.
Nell’ambito dell’autonomia scolastica ogni istituto deciderà sul modo migliore di informare le famiglie. Si potrebbe ad esempio, pensare ad inviare le comunicazioni con una mail oppure per le più tradizionaliste continuare a mantenere le pagelle con tanto di stemma della Repubblica e voti trascritti a penna. Di fronte ad un consiglio d’istituto che si esprime in questo senso, infatti, non c’è ministro che tenga. E’ il rovescio della medaglia. Parlare di autonomia significa anche prendere in considerazione l’eventualità che la scuola possa non volersi mettere “al passo con i tempi”.
E pensare che nel lontano 1926 per avere la pagella bisognava pure pagare, 5 lire era il suo costo. Ora è scomparsa anche la parola pagella, dal 1977 il suo nome è scheda personale dell’alunno.
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