Obbligo di riprendere figli a scuola: emendamento Malpezzi in Legge di Bilancio

Andare a prendere i figli a scuola potrebbe non essere più obbligo. L ‘onorevole del Pd Simona Malpezzi sta pensando di inserire il salvagente per i genitori – già depositato – sotto formare di emendamento alla Legge di Stabilità approdata questa mattina in Senato. Dopo le dichiarazioni della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che nei giorni scorsi aveva provato a spiegare la necessità dei presidi di rispettare la recente sentenza di Cassazione, dove si stabilisce che il coinvolgimento di un minore in un incidente fuori dal perimetro scolastico non esclude la responsabilità del dirigente, ora è democratici cercano di andare in soccorso alle famiglie. 
“Torneranno con i nonni, per adesso i miei sono piccini. Posso dire che è un grande piacere per i nonni andare a prendere i nipotini. La considero una cosa fantastica”, aveva dichiarato la ministra dell’istruzione a La7. L’uscita aveva fatto infuriare molte mamme e papà, come Angela Nava, responsabile nazionale del coordinamento Genitori Democratici: “Non poteva esserci affermazione più fuori luogo dal momento che lo stesso governo ci manda in pensione a 67 anni: forse la Fedeli non ha buoni esperti di comunicazione o forse non si è accorta che proprio quei nonni che dovrebbero andare a prendere i nipoti staranno lavorando. L’idea di famiglia Mulino Bianco non ha funzionato”.
Il testo che modifica la legge prova a stemperare la tensione: “I genitori esercenti la responsabilità genitoriale e i tutori dei minori di 14 anni, in considerazione dell’età, del grado di autonomia e dello specifico contesto, nell’ambito di un processo di autoresponsabilizzazione possono autorizzare le istituzioni del sistema nazionale di istruzione a consentire l’uscita autonoma dei minori dai locali scolastici al termine dell’orario delle lezioni”. E nel comma successivo il testo precisa: “L’autorizzazione esonera il personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza”.
Ma se le intenzioni ci sono, il tempo manca. Si perché l’unica possibilità è una mozione alla finanziaria. “Vogliamo portare a casa il risultato il più presto possibile”, spiega Simona Malpezzi ad Alex Corlazzoli del Fatto Quotidiano. E sulle polemiche di questi giorni: “La ministra ha detto qual è lo stato attuale della situazione a causa dell’ordinanza della Cassazione che crea un precedente. Serviva una norma, noi ci siamo messi al lavoro”. Intanto al Moige, il Movimento italiano genitori, hanno ben chiare le idee: “Servono dei regolamenti che siano fatti anche in base ai territori. Una Legge nazionale che ricade su tutte le scuole allo stesso modo potrebbe non essere sufficiente. Ricordiamoci che alle 14 quando escono i ragazzi dalla secondaria di primo grado, la gente lavora e non può permettersi di prendere un permesso o pagare una baby sitter”, spiega la presidente Elisabetta Scala. “Sono solo i genitori che possono decidere e sapere quando sono pronti a essere autonomi non può stabilirlo una Legge o una sentenza di Cassazione – continua -. A 14 anni diamo loro il patentino della moto ma se non hanno mai girato la città nemmeno a piedi come possiamo pensare di far loro condurre un ciclomotore?”. 

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