Nuova alleanza tra gli atenei proposta dall’Ue: nascono le 17 università europee

Nuova alleanza tra gli atenei proposta dall’Ue: nascono le 17 università europee
La Commissione, dopo l’Erasmus, punta a creare veri e propri poli di eccellenza. Sono 114 gli istituti coinvolti in tutta Europa, 24 i Paesi membri

Le università europee oltre l’Erasmus. Nasce la nuova alleanza degli atenei a dodici stelle, per il rilancio in grande stile dell’insegnamento di alto rango attraverso una maggiore cooperazione. Se il noto programma per la mobilità di studenti e docenti mette in contatto il mondo accademico e studentesco, adesso si intende fare rete e anche di più. Si intende creare veri e propri poli di eccellenza. Sono le Università europee, frutto dell’unione di mezzi, risorse, competenze.

Sono 17 i super-atenei comuni istituiti in tutta Europa attraverso l’alleanza inter-universitaria promossa dall’Ue, per una mobilitazione che vede il coinvolgimento di 114 istituti e 24 Stati membri. Obiettivo: condividere una strategia a lungo termine e promuovere valori e identità europei, per garantire coesione e rinnovata competitività dell’unione.

Ripensare l’università

L’ha voluto l’Europa il ripensamento degli atenei. E’ stata la Commissione Ue a proporre agli Stati membri la strategia per la trasformazione delle università europee in «campus inter-universitari», con i governi che hanno accolto la proposta. Un bilancio di 85 milioni di euro è stato messo a disposizione dei nuovi «poli». Ognuno di questi avrà un contributo comunitario di cinque milioni per tre anni.

Potenziando mobilità e cooperazione tra istituti, si intende mettere in comune competenze, piattaforme e risorse per fornire programmi di studio o moduli congiunti che coprano varie discipline. Le nuove università dovranno in sostanza «internazionalizzarsi» per rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione, e fornire le giuste competenze a tutti gli europei e agli enti locali. Le varie alleanze lavoreranno a stretto contatto con aziende, autorità municipali, accademici e ricercatori per trovare soluzioni alle sfide che le loro regioni stanno affrontando.

Il commissario per l’Istruzione, l’ungherese Tibor Navracsics, non ha dubbi. «Questa iniziativa, un elemento chiave dello Spazio europeo dell’istruzione, sarà un vero punto di svolta per l’istruzione superiore in Europa, promuovendo l’eccellenza e l’inclusione». Le 17 università europee «fungeranno da modello» e quindi da traino per il mondo universitario, impegnato in ricerca e sviluppo.

Risposta alla disoccupazione, specie quella giovanile

Non solo. Navracsics tiene a sottolineare come la creazione delle super-università “creerà opportunità per i giovani con tutti i tipi di background”. Non è poco, nell’Ue dove la disoccupazione giovanile resta un problema. Nell’area euro il tasso dei senza lavoro tra gli under 25 ha toccato quota 16,5% a gennaio di quest’anno, con percentuali ben più alte in Italia (33%) e Spagna (32,6%). «Queste università saranno di vitale importanza per fornire ai giovani le competenze di cui hanno bisogno».

Da Torino a Palermo, Italia protagonista

Le eccellenze italiane del settore non si sono lasciate scappare l’opportunità di crescita offerta dall’UE. L’università di Bologna fa parte dell’alleanza «Una Europa», l’università degli Studi di Milano invece fa parte dell’alleanza «4EU+». Ancora, università degli studi di Padova («Arqus»), Istituto universitario europeo e università Bocconi di Milano («Civica»), università La Sapienza di Roma («Civis»), Politecnico di Torino («Unite!»), e poi università di Trento e Cagliari, Palermo e Roma Tor Vergata.

Sono 12 le università italiane selezionate dall’UE per la partecipazione alle alleanze universitarie europee. Un riconoscimento dell’eccellenza tutta tricolore nel settore dell’istruzione e della formazione, dove però il sistema Paese subisce la concorrenza dei principali Paesi dell’Ue. Germania e Francia contano più istituti coinvolti di quelli italiani (15 ciascuno). Anche in questo ambito il motore franco-tedesco d’Europa non si smentisce.

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