Numero chiuso, l'Udu promette battaglia

Si spegne l’entusiasmo dell’Unione degli Universitari. Ieri infatti il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio dell’8 maggio relativa al numero chiuso per il corso di laurea in medicina e Chirurgia per l’ anno accademico 2007/2008.
In una nota l’Udu ha però annunciato un maxiricorso sulla questione. “Il Consiglio di Stato deve ancora pronunciarsi nel merito della sentenza definitiva, ma ciò che ci aspettiamo adesso – ha precisato Federica Musetta, Coordinatrice Nazionale dell’Unione degli Universitari – è che il Parlamento fornisca una soluzione a questa interminabile questione che si è venuta a creare e che non può ignorare”.
L’Unione degli Universitari, infatti, spera in una soluzione positiva della questione, a favore degli esclusi, anche in ragione di “moltrplici provvedimenti positivi ottenuti sulla vicenda del numero chiuso da parte delle Magistrature Amministrative Regionali, nonché dei principi affermati dalla sentenza del Maxiricorso del Tar centrale del Lazio”. Proprio per questo avvertono: proseguiremo “senza tregua nella battaglia in tutte le sedi per il diritto allo studio e per i diritti fondamentali degli studenti”.
L’invito è a partecipare alle manifestazioni che dal 13 febbraio riapriranno il percorso di mobilitazione dei lavoratori. Sottolineano infatti che “oggi tanto il mondo del lavoro quanto quello della formazione sono sotto attacco. Gli strumenti largamente usati dalle imprese per affrontare la crisi sono – prosegue l’Udu – la cassa integrazione per i lavoratori con contratto stabile ed il licenziamento per i lavoratori precari, strumenti che hanno riguardi esclusivamente per i bilanci delle imprese e non per il futuro dei lavoratori e dello stato sociale. Un lavoratore in cassa integrazione e un precario licenziato non hanno prospettive per il loro futuro, né per i loro figli a cui il Governo deve garantire la possibilità di accedere ai gradi più alti di formazione attraverso un sistema di agevolazioni che vanno oltre l’erogazione di finanziamenti atti alla copertura delle borse di studio per un solo anno. Il taglio dei finanziamenti all’istruzione, il licenziamento di migliaia di precari, i provvedimenti di riduzione per i futuri trattamenti pensionistici – concludono gli studenti universitari – sono misure che tolgono dignità sociale alle fasce deboli della popolazione che, invece di venire tutelate dalla crisi, diventano i principali soggetti a cui il Governo vuole far pagare le conseguenze”.

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