Medicina, Bernini: “La notizia è che apriamo il numero chiuso, ma in maniera controllata”

E la ministra rilancia una riforma sul reclutamento: “Dopo dieci anni dall’ultima è giusto capire cosa può essere migliorato”

“La notizia è che noi apriamo e lo facciamo dopo tanti anni di richiesta legata ad un disagio organizzativo, ma sarà un’apertura controllata. Gli studenti che entreranno il prossimo anno saranno medici tra sei o sette anni quindi sarebbe demagogico dire apriamo per riempire gli ospedali. Importante che programmiamo la formazione dei medici del futuro come i medici ingegneri, quelli che lavoreranno con la robotica, i medici del futuro”. Ad affermarlo è Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 dell’Università Roma Tre.

Via numero chiuso a Medicina?

Nei giorni scorsi in più di un’intervento la ministra ha affermato come la previsione è quella di aumentare del 20-30% gli attuali posti disponibili. Quasi 4mila posti in più degli attuali. Per ora di certo, però, c’è solo il tavolo tecnico indetto dal ministero con la CRUI e le altre realtà del mondo universitario e amminsitrativo come le Regioni. Certo queste ultime spingono molto sull’apertura vista l’emorragia di medici dei sistemi sanitari. “Dobbiamo trovare una sintesi. Prematuro dare ora i numeri, forse li sapremo ad aprile”, ha affermato la ministra in un’intervista al quotidiano Repubblica. Riguardo le specializzazioni, invece, per la ministra c’è un problema di attrattività di alcune rispetto ad altre: “Servono tempo e risorse per agire ma bisogna farlo”.

Il decreto Pnrr e i posti per i ricercatori

“Importante che i ragazzi sappiano che la cultura è l’arma più potente che noi abbiamo per cambiare il mondo”. Nell’ultimo decreto riservati un quinto dei posti di docenti prima fascia a giovani ricercatori: “Non mi fermerei ai numeri perché prima di tutto esiste un principio di autonomia universitaria per ricercare le figure accademiche più votate alla ricerca e didattica, in più abbiamo tante iniziative nel Pnrr che dobbiamo utilizzare anche in questa direzione come la notizia che Ilaria Capua ritorna in Italia e torna anche perché le opportunità che verranno date dal Pnrr sono irripetibili in termini di finanziamento, tecnologiche, scientifiche, quindi consideriamo questo aspetto. I numeri sono importanti, ma è ancor più importante questo potente innesto di liquidità che il Pnrr ci ha dato e che dobbiamo spendere e spendere bene”.

Oltre agli esoneri per i giovani ricercatori dall’estero il decreto approvato il 16 febbraio ha puntato sul rilancio dei dottorati industriali: “Un esonero contributivo per assumere 20mila ricercatori. Ma questo è solo un pezzo della riforma che vogliamo fare per rendere università e ricerca più internazionali”, afferma Bernini. E promette un’intervento sul reclutamento universitario: “A dieci anni dall’ultima riforma è giusto capire cosa può essere migliorato”.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Uno studio personale per ogni prof: la proposta del ministro Valditara per la scuola del futuro

Next Article

Canada, scoperte altre 751 tombe di bimbi vicino a scuole cattoliche

Related Posts