Dal 17 novembre, Giornata Internazionale degli studenti, le manifestazioni studentesche si sono rafforzate senza soluzione di continuità, in diversi paesi europei. La mobilitazione giovanile ha una forte valenza sociale e culturale.
Il premier liberale irlandese, Brian Cowen pochi giorni fa ha annunciato la decisione del governo di accettare gli aiuti finanziari del FMI (Fondo Monetario Internazionale) per affrontare la crisi che ha colpito il paese, manovra che comporterà drastiche misure economiche che comprenderanno tagli sul lavoro e sull’istruzione.
Gli studenti irlandesi si stanno preparando “a resistere”, a seguito delle proteste che si stanno diffondendo nel nostro paese, in Francia e in Inghilterra. In particolare a Londra, gli studenti protestano contro i piani di privatizzazione e dei notevoli aumenti alle tasse universitarie.
Nelle università inglesi di Oxford, Birmingham, Cardiff, e nell’University College di Lontda, numerosi studenti hanno organizzato sit- in notturni e diurni, per l’aumento di tasse di iscrizione da 3.000 a 9.000 sterline.
In Polonia gli studenti si mobilitano per la prevista introduzione delle tasse universitarie: l’istruzione a pagamento non è concepita come modalità di fruizione formativa. Le stesse scuole private polacche di alta formazione temono un forte decremento degli studenti a causa del calo demografico della popolazione e auspicano un considerevole flusso di studenti stranieri.
Alla luce delle mobilitazioni studentesche e sociali prevalentemente rivolte all’incremento della disoccupazione e al precariato lavorativo a livello europeo, la Confederazione Europea dei Sindacati ha convocato una grande manifestazione continentale che si svolgerà il 15 dicembre 2010.
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