L’Università di San Pietroburgo espelle 13 studenti per aver protestato contro la guerra in Ucraina

La repressione russa del dissenso contro la guerra in Ucraina colpisce anche le università: 13 studenti dell’ateneo di San Pietroburgo (il più antico e prestigioso del Paese) sono stati espulsi per aver protestato contro l’attacco militare di Putin. “Mi dispiace per loro ma sono spacciati” avrebbe detto il presidente del consiglio degli studenti.
(161227) — ST. PETERSBURG, Dec. 27, 2016 (Xinhua) — Russian national flag flies at half-mast at Winter Palace in St. Petersburg, Russia, Dec. 26, 2016. A Russian military Tu-154 aircraft crashed into the Black Sea on Sunday, presumably killing all 92 people aboard. Russian President Vladimir Putin declared Dec. 26 a nationwide day of mourning, and promised a thorough investigation. (Xinhua/Irina Motina) (zjy)

L’Università di San Pietroburgo, una delle più antiche della Russia, ha deciso di espellere almeno 13 studenti che sono stati arrestati nei giorni scorsi perché protestavano contro la guerra in Ucraina. Tra di loro ci sarebbe anche Veronica Samusik, una studentessa che seguiva le proteste come giornalista per il sito online Sota.Vision. A riferirlo è il quotidiano russo Kommersant, aggiungendo che sarebbero in programma delle altre espulsioni.

“Non voglio rovinare le speranze, ma questi studenti sono spacciati” avrebbe detto Mikhail Mochalov, presidente del consiglio degli studenti, in una chat interna. Mochalov ha aggiunto che il vice rettore Alexander Babich cita una non meglio precisata lettera del ministero dell’Interno come “base indisputabile” per l’espulsione degli studenti che violano le restrittive leggi russe contro le proteste.

Si conferma quindi la linea dura del governo russo contro ogni forma di protesta interna riguardo alla guerra intrapresa in Ucraina. Nei giorni scorsi avevano fatto scalpore le immagini di un gruppo di bambini delle scuole elementari fermati dalla polizia, assieme alle rispettive madri, solo per aver portato dei disegni davanti ai cancelli dell’ambasciata ucraina a Mosca. A partire dall’invasione del 14 febbraio, circa 14mila persone sono state arrestate in Russia per aver protestato contro la guerra.

Intanto sul fronte ucraino continuano i bombardamenti da parte della Russia. Almeno una persona è morta e altre 14 sono rimaste ferite in bombardamenti che nella notte hanno colpito la zona di Okhtyr. Ieri sera la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk, citata dall’agenzia Unian, ha confermato che circa 5.000 ucraini e 1.700 studenti stranieri sono stati evacuati da Sumy, nel nordest del Paese ad appena 30 km dal confine russo.

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