Sembrava un obiettivo fuori dalla loro portata, ma alla fine ce l’hanno fatta: l’assedio a Montecitorio c’è stato, gli studenti sono riusciti a portare la protesta fin sotto ai palazzi del potere. In mattinata si erano mossi tre diversi cortei con un’unica destinazione, concordata con la Questura: Piazza Navona. Strada facendo gli studenti, mentre le loro fila s’ingrossavano di ora in ora, hanno manifestato l’intenzione di arrivare a ridosso di Montecitorio e, un passo dopo l’altro, ce l’hanno fatta. Un’invasione pacifica: non si sono registrati sono stati scontri né violenze. L’Onda studentesca è riuscita nel proprio intento di bloccare la città: secondo gli organizzatori la partecipazione ha sfiorato le 300mila unità.
Sindacati a Piazza Navona. Intorno alle 14 ci sono stati i comizi conclusivi dei segretari generali della Flc-Cgil e della Uil Università, che hanno chiuso la manifestazione. Ma l’Onda non è arrivata a riempire la Piazza, preferendo disperdersi per le vie limitrofe: molti studenti sono arrivati vicinissimi al Senato, protetto da un cospicuo spiegamento di forze dell’ordine.
Studenti a Montecitorio. Davanti al palazzo della Camera sono arrivati alla spicciolata moltissimi studenti, il lato che dà su Piazza Colonna è bloccato da un plotone di agenti in tenuta antisommossa. I ragazzi, che protestano contro le politiche governative e contro i tagli a università e ricerca al grido di «università pubblica» rispondono «a chi ha detto che la democrazia è fatta di decisioni prese sopra le nostre teste o di tagli e finanziarie approvate in otto minuti, che questa è l’unica vera democrazia». Qualche fumogeno colorato mentre i cori invitano i parlamentari ad andare «a lavorare». «Ci bloccano il futuro – gridano ancora gli studenti – blocchiamo la città, è questa la risposta dell’università».
“Deputato, tagliati lo stipendio”. Dai manifestanti arriva anche qualche indicazione su come reperire risorse: «C’è una cosa che si può tagliare, lo stipendio del parlamentare». Anche oggi tra i vari cartelli messi in bella mostra dai manifestanti non manca l’effige del ministro Gelmini, questa volta raffigurata però con gambe incrociate e in atteggiamento di meditazione, con gli occhi socchiusi e sopra la scritta «La ricerca è vacuità». Non mancano poi i cartelli che rendono evidente l’incertezza e la preoccupazione per il futuro.
Goliardia napoletana. Protesta e ironia e anche una gigantesca ‘ola’ improvvisata lungo via Cavour, dai partecipanti alle manifestazioni sull’università. Moltissimi gli striscioni e i cori rivolti al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini. Pochi gli insulti ma tanta ironia: «Berlusconi se hai i capelli lo devi alla ricerca» e «Notizie Ansa: dispersa la Gelmini, ma mancano i soldi per la ricerca». Entrambi firmati dai ragazzi della facoltà di Scienze dell’Università Federico II di Napoli.
Manuel Massimo
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