Link: “Basta fondi alle Università telematiche”

fondi alle università telematiche

A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto sulle Università telematiche redatto dall’apposita commissione di studio ministeriale che si è occupata, negli ultimi mesi, di analizzare il mondo degli Atenei virtuali, si è aperto un acceso dibattito tra i rettori e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza.

Dalla relazione emerge lo stato di poca chiarezza in cui si muovono queste istituzioni che, avvantaggiandosi di una legislazione poco chiara e spesso contraddittoria, hanno gestito fino ad oggi in maniera arbitraria tanto il personale docente quanto l’erogazione di corsi di laurea e il rilascio dei conseguenti titoli di studio, aventi tuttavia lo stesso valore legale dei titoli di altre istituzioni universitarie.

“Se è evidente la gravità della mancanza di chiarezza – dichiara Alberto Campailla, portavoce di LINK – Coordinamento Universitario– nella verifica dei requisiti necessari per l’accreditamento dei corsi di studio, è ancora più grave la mancanza di indicazioni circa la ripartizione dei finanziamenti pubblici destinati ai suddetti istituti, in un periodo storico che vede l’università italiana in ginocchio a causa della mancanza di risorse”.

“E’ necessario – continua Campailla – che il Ministero, realizzata questa situazione vergognosa che noi denunciamo da anni, proceda al più presto a regolamentare la materia per evitare ulteriori proliferazioni di questi Atenei omogeneizzando la disciplina relativa con quella dell’intero sistema universitario, sia riguardo ai requisiti quantitativi che alla gestione del personale docente”

“Inoltre – conclude il portavoce di LINK – è necessario che il Ministero, senza farsi condizionare dalle dichiarazioni dei rettori delle stesse università telematiche, privi queste ultime del finanziamento pubblico, così come andrebbe fatto anche per tutto il resto degli Atenei privati, e restituire risorse a quelli pubblici più in difficoltà”.

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  1. Buonasera, prima di tutto, anche in Italia abbiamo alcuni Atenei telematici di qualità che rispettano quanto prescritto dalle normative vigenti e che ricevono da alcuni anni prestigiosi riconoscimenti internazionali.
    Le criticità sono principalmente il frutto delle stesse Leggi dello Stato!
    La valutazione della commissione è una vera vergogna, gli autori dovrebbero nascondersi, altro che illustri professori!
    Volevano affossare le telematiche e con questa valutazione hanno fatto finalmente capire che questa è una discriminazione a prescindere….50000 studenti iniziano a fare paura a molti…
    Molti altri esperti, si stanno fortemente schierando contro la valutazione e non tanto per il risultato, ma per il fatto che è stata emessa una sentenza diffamatoria senza operare di fatto nessuna valutazione.
    Una buona parte dei laureati telematici superano brillantemente gli esami di Stato per l’abilitazione alle varie professioni regolamentate, questa è già di per se un sorta di valutazione.
    Ma i signori della commissione su che basi affermano che gli studenti telematici hanno una preparazione inferiore a quelli tradizionali?
    Questi signori non sono andati negli Atenei, non hanno presenziato a nessun esame, non hanno interpellato nessun docente telematico, non hanno visionato i programmi di studio e non hanno sondato la preparazione di nessuno studente. Hanno solo fatto un copia incolla della storia delle telematiche italiane, abbellendo il tutto con qualche grafico statistico sul numero degli studenti, peraltro molto simili a quelli estrapolabili dalle Università statali.
    Insomma la valutazione è praticamente una pagliacciata, è un documento senza valore alcuno che dovrebbe solo essere (e lo sarà) perseguito legalmente come un atto diffamatorio che nasconde evidenti interessi e secondi fini…
    Le Università telematiche, purtroppo per voi, non solo sono sancite dallo Stato italiano, ma da Direttive europee e tra pochi anni saranno i laureati telematici ad emarginare quelli tradizionali, il mercato nazionale e internazionale sta facendo già le sue scelte in merito, apprezzando anche alcuni Atenei telematici italiani.
    Sul fatto che si debbano valutare e controllare le Università sono d’accordo, ma la cosa deve essere fatta seriamente e anche per le Università statali che presentano fenomeni scandalosi, spesso molto molti più gravi…
    Insomma ben vengano le valutazioni, ma di giudici onnipotenti ne abbiamo in molti le scatole piene!
    Io ho due lauree, una statale e l’altra telematica, conseguita in una grande realtà del nostro paese, vi garantisco che alla statale lo studente, se vuole, si laurea senza andare alle lezioni e senza neanche il supporto telematico (alla faccia della preparazione di qualità!), mentre in una buona telematica le videolezioni sono super aggiornate e le può seguire quante volte vuole da casa, poi naturalmente si frequentano, in presenza, i laboratori e si sostengono esami seri!
    Io credo che questa valutazione sarà sicuramente cestinata e se ne dovrà eseguire necessariamente delle altre, molto molto più serie!
    L’era dei baroni e delle lauree facili, anche per quelle di molte statali da vergogna, sta finendo….Chi vivrà vedrà….Buon anno e buono studio a tutti!
    Franco

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