L'inferno degli italiani bloccati in Inghilterra: "Amareggiati e delusi. Solo confusione sui tamponi"

Chi rientrerà dovrà sottoporsi sia alla quarantena che al doppio tampone prima della aprtenza e dopo l’arrivo

I cittadini residenti in Italia e chi ha motivo di necessità e urgenza potrà rientrare dalla Gran Bretagna con voli commerciali che riceveranno una particolare autorizzazione. È questa la decisione presa ieri dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio d’accordo con il collega della Salute Roberto Speranza. Sono state anche fissate le restrizioni che saranno inserite nell’ordinanza: chi rientra dovrà sottoporsi al tampone prima e dopo essere partito e comunque sarà obbligatorio fare la quarantena di 14 giorni una volta atterrati in Italia. Nessuna restrizione è stata invece prevista per le merci.

Molte le lamentele e le richieste di informazioni non pervenute. Nella giornata di ieri il caos anche a Londra dove centinaia di richieste sono pervenuta in ambasciata e al consolato. “Dovevo rientrare per le vacanze e poi avrei seguito le lezioni da casa – afferma Anna, studentessa erasmus di biologia -. Ora sto aspettando un secondo volo ma si è creata una situazione di panico che è stata mal gestita e ancora adesso non abbiamo informazioni reali su come dobbiamo comportarci. Quali sono i tamponi che dobbiamo fare? Sono amareggiata e delusa”.

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Intasati anche i social, nel gruppo Azione Collettiva Italiani Bloccati in Gran Bretagna c’è chi è rimasto bloccato con minori al seguito. “Dovevo rientrare in Italia al 22 dicembre . scrive Doriana -. Ho con me una bambina diabetica che utilizza un particolare microinfusore e ho tali presidi in quantità limitata. Non è un capriccio il mio ma sopravvivenza. Quando tornerò in Italia denuncerò chi ha preso questo provvedimento incostituzionale”. C’è chi invece ha usato il video per raccontare il proprio disagio come Josephine, bloccata all’areoporto di Heathrow con i sui tre figli: “Siamo stati abbandonati dal nostro Paese”.

C’è anche chi ha rinunciato a tornare. “Avrei dovuto fare il tampone all’areoporto come avevo programmato prima della partenza e poi fare la quarantena – afferma Marco, trasferitosi quattro anni fa per lavoro nella capitale inglese -. Da novembre sono tornati molti connazionali quindi ai fini del contagio quanto potrebbe essere utile? La situazione qui a Londra è stata sempre un po’ borderline – spiega il giovane – perché per lo più ci sono state raccomandazioni da parte del Governo. Spesso ho visto persone che entravano nella metro e negli esercizi pubblici senza mascherina. Io avevo preso un permesso per lavorare tre settimane da casa ma ora con l’allarme che si è creato e la maggior parte dei voli rimandati al 26 dicembre preferisco non tornare a casa in questo momento”.

La Ue ha raccomandato un coordinamento urgente tra gli Stati membri nell’affrontare la crisi determinata dal virus mutato. Il commissario alla giustizia Didier Reynders ha inoltre raccomandato di evitare i viaggi non essenziali ma al tempo stesso mdi consentire ai cittadini Ue bloccati in Gran Bretagna di tornare ai loro paesi di origine (solo gli italiani fermi al di là della Manica sarebbero 15.000). Dal canto suo invece la responsabile Ue dei trasporti, Adina Velean ha dichiarato che gli addetti ai trasporti devono essere esentati dalle misure restrittive. “Fino al 31 dicembre – ecco un passo della nota – si applica ancora la libertà di movimento; singoli Stati membri non dovrebbero respingere persone provenienti dalla Gran Bretagna. Il traffico cargo deve inoltre proseguire ininterrottamente”.

Marco Vesperini

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