L’incubatore di startup venture building FoolFarm entra nelle università italiane

Con l’iniziativa Foolers Village parte la prima attività presso l’Università del Salento a Lecce

L’iniziativa, denominata Foolers Village parte con la prima attività presso l’Università del Salento a Lecce, presto gli altri atenei con priorità al Mezzogiorno. Il venture builder italiano del deep-tech FoolFarm continua a crescere. Dopo aver inaugurato in marzo la sede milanese del Foolers Village, la prima fabbrica di startup in Italia dedicata al “venture building”, raggiungerà una capitalizzazione superiore a 250 milioni di euro e raggiungerà l’IPO sui listini Euronext entro il 2027.


Il Foolers Village, spin-off di FoolFarm, punta a lanciare altre quattro start up entro fine anno, tutte focalizzate su Intelligenza Artificiale, Cyber Security e Blockchain. Questo grazie al modello di business del venture building, relativamente nuovo per l’Italia, con le startup che vengono create “da zero” utilizzando un metodo di industrializzazione predeterminato. Un metodo che permette un tasso di resilienza molto più alto rispetto alle start up nate attraverso percorsi convenzionali di incubazione e accelerazione (Il 70% delle start up di venture capital sopravvive dopo 5 anni).

Obiettivo fabbricare startup


L’obiettivo ambizioso di FoolFarm è quello di creare vere e proprie “fabbriche di startup” all’interno delle università italiane, in particolare nel sud Italia e in quelle al di fuori dei circuiti convenzionali di Milano, Roma e Torino. “È un disegno strategico sul modello degli atenei USA che si basa su tre protagonisti: il modello industriale di FoolFarm di fondare e far crescere startup, le università bacino di idee e di competenze, la disponibilità dei capitali e la collaborazione con il tessuto economico e amministrativo presente sul territorio”, spiega il CEO e fondatore Andrea Cinelli che a sostegno dell’iniziativa ha avviato un round di finanziamento che dal milione entro ottobre vuole raggiungere i 2,5 milioni entro il prossimo anno.
Le aree decentrate della nazione sono considerate fondamentali per lo sviluppo di strumenti deep-tech di blockchain e Web3 secondo le politiche del venture builder italiano. Un metodo che è già in atto attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università di Lecce, che ha portato alla recente apertura del primo Foolers Village nella città salentina e con altri quattro Village che saranno inaugurati entro la metà del 2024 con gli atenei di Napoli, Sassari e Bolzano tra i possibili candidati.

L’obiettivo è avviare una rete di atenei interconnessi capace di dar vita alla più grande factory italiana impegnata nella trasformazione delle idee di studenti, ricercatori e PhD in imprese innovative, sul modello delle best practice statunitensi. Un ecosistema in grado di valorizzare le competenze locali, promuovere l’occupazione in settori strategici come l’AI, coordinato da una holding e un team centrale diretto da Andrea Romiti, manager con esperienza nel settore delle startup e degli investimenti finanziari, convinto che “la metodologia del venture building abbia grandi potenzialità per trasformare settori e attività chiave per il nostro Paese soprattutto nei luoghi più vulnerabili alla fuga di cervelli”.

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