Legge di Bilancio, maxi-emendamento del governo: rimane obbligo Pos e niente pace fiscale

Il governo fa marcia indietro su alcuni punti politici della manovra dopo l’accordo con la Commissione Ue e il niet generale che la legge di Bilancio ha ricevuto da Banckitalia e Corte dei Conti

Nessun tetto alla possibilità di non accettare i pagamenti elettronici e un silenzio assordante del ministro dell’Economia Giorgetti riguardo la cosidetta “pace fiscale”. Il governo ha presentato nel weekend il famoso “maxi-emendamento” in commissione Bilancio con alcune norme politiche di una manvra che si fa sempre più stretta. Martedì il testo dovrebbe essere licenziato dalla commissione e arrivare in aula.

Maxi-emendamento

Il maxi-emendamento è un emendamento di matrice governativa che viene presentato in commissione Bilancio ed è la sintesi delle intenzioni di governo. Tale emendamento solitamente ha un accordo politico all’interno della maggioranza e la risoluzione degli argomenti inseriti hanno quindi la priorità rispetto quelle presentate dai parlamentari o forze politiche. Un ritocco finale del testo in manovra da parte dell’esecutivo.

L’interlocuzione con l’Ue spinge il Governo a eliminare la soglia di 60 euro per l’utilizzo del Pos. Si allarga la platea per il taglio di 3 punti del cuneo fiscale. Salgono a 600 euro le pensioni minime per gli over 75. Il Reddito di cittadinanza sarà per 7 e non 8 mensilità. I mutui ipotecari potranno tornare dal tasso variabile al fisso. Proroga della Cilas per il Superbonus. Si potrà continuare a pagare con il bancomat anche il caffè. L’interlocuzione con l’Ue spinge il governo a eliminare dalla manovra la soglia di 60 euro entro la quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare di usare il Pos, e ora si studiano forme di ristori per gli operatori che avranno l’onere delle commissioni.

Resta il tetto al contante resta a 5mila euro. “Il governo – ha aggiunto il ministro  – è disponibile a un confronto con la commissione Bilancio per quanto riguarda una soluzione compatibile con la normativa e gli impegni assunti dal precedente governo sul Pnrr”. Questo il nodo che, nell’interlocuzione con Bruxelles, ha portato al ripensamento. L’esecutivo “caldeggia”, ha spiegato Giorgetti, forme “di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni”.

Pensioni e reddito di cittadinanza

Sul fronte pensioni l’innalzamento a 600 euro delle pensioni mime per gli over 75 vale per il momento solo per il 2023, secondo quanto si evince dal  fascicolo degli emendamenti bollinati del governo alla Manovra. “I debiti fiscali del calcio verranno trattati come quelli di tutti”, ha chiarito Giorgetti, “per quelli previdenziali vanno saldati entro i termini, pena le procedure previste”. Su Opzione donna “il governo ha opinioni che si scontrano con un’onerosità significativa”, il Pd vuole l’eliminazione della variabile figli, la previsione della soglia anagrafica a 59 anni e uscita a 58 per chi ha i requisiti dell’Ape sociale.

i conferma invece la possibilità di presentare la Cilas per i condomini entro il 31 dicembre 2022, per mantenere il regime di maggior favore al 110%. Inoltre, “si è aumentato da 6 a 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a favore di datori di lavoro che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre 2023 con contratto a tempo determinato i beneficiari del Reddito di cittadinanza” illustra il ministro della Lega.

Le opposizioni hanno poi ottenuto la retromarcia del governo che ha ritirato i suoi emendamenti sugli investimenti al Sud accogliendo quelli bipartisan. Inoltre l’esecutivo ha ridotto la platea dei produttori e venditori di energia a cui si applica la tassa sugli extraprofitti. Slitta di 2 mesi lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. C’è un sostegno agli enti locali strutturalmente in deficit, e l’Iva ridotta del 50% per chi acquista direttamente dal costruttore abitazioni in classe energetica A e B.

I tempi     

si conta di completare l’esame in una seduta notturna tra lunedì e martedì per andare (salvo diversa decisione della capigruppo) mercoledì in Aula, dove il voto di fiducia potrebbe arrivare fra giovedì e venerdì, all’antivigilia di Natale. Il Senato completerà l’approvazione prima di capodanno. I tempi sono stretti, anche per questo sembra accantonata l’idea proposta nei giorni scorsi dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI) per estinguere i reati formali (come l’omessa dichiarazione o la dichiarazione infedele) aderendo alla pace fiscale.

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