Borse di studio, un miliardo di euro entro il 2025. Bernini: “Risultato straordinario per sostenere gli studenti”

Il ministro dell’Università e della Ricerca ha confermato nel question time di oggi che il tetto Isee aumenterà a 24.335,11 euro

Un miliardo di euro per il diritto allo studio. Sono le risorse nazionali e previste dal Pnrr che verranno messe in campo fino al 2025 per contrastare il recente calo delle iscrizioni. “Gli studenti universitari potranno contare su altri 500 milioni di euro per il biennio 2024-2025 per le borse di studio. Le risorse vanno ad aggiungersi agli oltre 500 già previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)“. A dare oggi l’annuncio è stato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, rispondendo al question time relativo al fondo integrativo statale per le borse di studio.

Aumentato il tetto Isee

“Gli importi medi cresceranno di oltre 700 euro a studente”, ha spiegato il ministro anticipando che è stato previsto anche l’aumento dei limiti Isee per usufruire delle borse di studio. “Il percorso è tracciato – ha aggiunto -. Grazie ai 500 milioni di euro previsti dal Pnrr, saranno messe a disposizione più borse di studio e saranno borse con un importo più alto”. Bernini, poi, snocciola alcuni dati: “Dovranno avere una borsa di studio per accedere all’università, almeno 300 mila studenti entro l’ultimo trimestre del 2023 e almeno 336 mila studenti entro l’ultimo trimestre del 2024. Per raggiungere questo traguardo, sono stati aumentati i limiti massimi di Isee e Ispe, fissati ora rispettivamente a 24.335,11 euro (+708,79) e a 52.902,43 euro (+1.540,85)”. Bernini ha poi auspicato che “queste conquiste non devono essere oslo il frutto della stagione del PNRR. Bisogna dare continuità e investire risorse nazionali”.

Bernini: “Entro dicembre il dpcm nuovo percorso docenti”

Nel corso del question time la ministra è stata sollecitata rispetto la pubblicazione del decreto che definirà l nuovo percorso di formazione iniziale dei docenti nella scuola di primo e secondo grado. “Siamo perfettamente consapevoli – ha detto ancora il ministro – che il termine del mese di luglio 2022, originariamente previsto per l’emanazione del Dpcm, non è stato rispettato dal precedente Governo, ma va riconosciuto che il ritardo determinante è stato, in verità, quello dello stesso intervento legislativo di riforma: anche con l’adozione del Dpcm a luglio scorso, infatti, le tempistiche richieste per l’accreditamento non avrebbero comunque consentito, di fatto, l’attivazione dei percorsi formativi, per tutte le tipologie di abilitazione e nei numeri richiesti dal Pnrr, se non a partire dall’anno accademico 2023-2024”.

Lo pubblicheremo “auspicabilmente entro il mese di dicembre”, ha detto la ministra, specificando che si tratta di “un tassello cardine della riforma del sistema di reclutamento dei docenti prevista nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. La formazione iniziale, ha aggiunto Bernini, è un “requisito per partecipare ai concorsi” ed è “articolata in un percorso universitario o accademico abilitante” che comprenderà non meno di 60 crediti formativi, un periodo di tirocinio e una prova finale (articolata in una verifica scritta e una lezione simulata). L’approvazione del Dpcm entro dicembre permetterebbe, ha detto il ministro, di “confermare l’obiettivo temporale di avere la finestra di accreditamento nella prossima primavera, e quindi l’erogazione dei percorsi formativi nell’anno accademico 2023/2024”.

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