Laurearsi in tempi di crisi

AlmaLaurea presenta a Napoli i dati del rapporto 2011. Il 75% dei laureati di primo livello in Campania non ha i genitori laureati.

Il 75% dei laureati di primo livello in Campania non ha i genitori laureati e con loro il titolo di studio entra per la prima volta in famiglia. E’ quanto emerge dai dati del rapporto 2011 di AlmaLaurea, presentato ieri a Napoli nel corso del convegno “Laurearsi in tempi di crisi”.

Lo studio, che ha coinvolto 25.358 laureati di primo e secondo livello delle Università’ Federico II, Seconda Universita’, Parthenope, L’ Orientale, Università’ del Sannio e di Salerno, è stato presentato presso l’Aula magna dell’università di Napoli Federico II.

Durante i saluti introduttivi del Rettore Marrelli un gruppo di studentesse e studenti del D.A.D.A., il Dipartimento autogestito dell’Alternativa, ha manifestato il proprio dissenso sulla riforma universitaria che, dicono i contestatori, s’inquadra in un disegno complessivo di smantellamento dei comparti del welfare, del lavoro e del sapere. “Barricati qua dentro. Non ci meritate” recita il loro striscione.

I dati del rapporto in Campania. L’80% del campione campano si dice complessivamente soddisfatto del proprio ciclo di studi, in linea con la media nazionale. L’età’ media per la laurea di primo livello è’ di 25,5 anni, 27,7 anni per la specialistica anche questo in linea con il dato italiano.
In seguito alla riforma del percorso di studi si registrano valori elevati nella frequenza alle lezioni e nelle esperienze di stage.

Dopo la laurea, l’83% manifesta l’intenzione di continuare gli studi.

Bisogna aiutare di più’ i giovani nella scelta, nella consapevolezza che con maggiore cultura si riesce a sopportare meglio le situazioni di crisi e le incertezze sul futuro” ha affermato il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli.

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, assente per motivi istituzionali, ha inviato un messaggio, ricordando che “il 2012 sarà’ un anno “palestra”, nel quale bisognerà’ portare a compimento la riforma del sistema accademico”.

“Famiglie, insegnanti e università’ – scrive il Ministro – dovranno orientare i giovani verso i settori trainanti dell’economia, le istituzioni dovranno favorire l’incontro tra domanda e offerta, mentre alle imprese toccherà’ il compito di riqualificarsi e attrezzarsi alla società’ delle competenze e delle nuove tecnologie”.

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