La scuola riapre l’11 gennaio. Mentre nelle Marche, Friuli Venezia Giulia e Veneto si aspetterà il 31

In Sardegna la riapertura delle scuole è prevista per il 15. Ma alcune Regioni attendono i nuovi parametri, ancora più stringenti

Arrivato in nottata il via libera del Cdm al nuovo decreto con le misure anti covid valide fino al 15 gennaio e, con lui, la decisione sulla data di riapertura delle scuola, che slitta all’11. Alcune Regioni, però, hanno rimandato tutto alla fine del mese.

Deciso quindi dal governo lo stop allo spostamento tra Regioni fino al 15 gennaio e prevista la zona arancione in tutta Italia per il weekend del 9 e 10 gennaio, con bar e ristoranti chiusi. Il provvedimento, varato dall’esecutivo dopo circa tre ore di riunione, prevede inoltre l’inasprimento delle soglie che faranno scattare misure più restrittive, decretando nuove zone arancioni o rosse. Sul capitolo scuola, la riapertura delle superiori e dei licei slitta quindi all’11 gennaio. Questa, scrive l’agenzia Adnkronos, la mediazione raggiunta in Consiglio dei ministri, dove il Pd era favorevole al ritorno nelle classi dopo il 15 gennaio e il M5S e Iv fermamente contrari e pronti a confermare la data del 7. Alla fine il punto di caduta è stato raggiunto con la mediazione del premier Giuseppe Conte, che avrebbe invitato Pd, M5S e Iv a trovare una data che mettesse d’accordo tutti, superando l’empasse.

Ora bisognerà capire quanti governatori si adegueranno alla nuova data dell’11 gennaio e quanti confermeranno le loro ordinanze che tengono le scuole superiori chiuse anche fino a fine mese. In Veneto, ad esempio, il presidente regionale Luca Zaia ha firmato un’ordinanza che proroga al 31 gennaio la didattica a distanza alle superiori. Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha pronta un’ordinanza che rimanda a inizio febbraio il rientro in classe dei ragazzi delle secondarie di secondo grado. Stesso orientamento nelle Marche: far proseguire la didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, fino a fine mese.

Anche in Campania si è deciso per il momento di rinviare la riapertura delle superiori oltre la data fissata dal governo: mentre l’11 rientreranno gli alunni dell’infanzia e delle prime due classi della primaria, il 18 si valuterà la possibilità di far ripartire anche terza, quarta e quinta della primaria, mentre le medie e le superiori dovrebbero tornare, sempre al 50%, solo il 25 gennaio. E in Sardegna, a prescindere dalle decisioni del Governo, il ritorno in classe sarà molto probabilmente posticipato al 15, sempre nel rispetto del 50% degli studenti in presenza. In questo modo la Regione avrebbe una settimana in più per verificare la messa a punto di tutte le misure anti contagio studiate in vista della ripartenza. Si profila un’ordinanza ad hoc. Cauta la Lombardia, pronta in teoria alla riapertura delle scuole superiori, con i piani realizzati dalle prefetture, che riguardano anche i trasporti, tutti definiti. Però, spiegano dalla regione, il buon senso impone di capire cosa succederà nei prossimi giorni. Con i nuovi e più rigidi parametri in arrivo, saranno molte le Regioni a rientrare nelle zone arancioni dove la didattica per le superiori deve essere a distanza. E non avrebbe dunque senso aprire giovedì 7 per richiudere poi subito dopo

In generale i tavoli prefettizi hanno portato a un potenziamento del numero e delle corse dei mezzi pubblici, e dato il via libera a lezioni di 50 minuti e ingressi scaglionati nel corso della mattinata. Ma nei territori si sta andando davvero in ordine sparso. Prima della decisione del governo in Cdm si erano dette pronte al rientro in classe il 7 gennaio Toscana, Emilia-RomagnaValle d’Aosta Sicilia. In Toscana le scuole ripartiranno «secondo le indicazioni dell’ordinanza del ministro della Salute Speranza, ovvero al 50%» di didattica in presenza, «se poi i dati epidemiologici peggiorano si tornerà alla dad in modo esclusivo» aveva riferito il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Mentre la Sicilia si era detta pronta ad aprire al 50% il 7 o l’8 gennaio e al 75% dopo il 18 gennaio, se la curva epidemiologica lo consentirà.

Per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma. Nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, l’applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione” (articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020). Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Il testo conferma sino al 15 gennaio, nei territori inseriti nella cosiddetta “zona rossa”, la possibilità, già prevista dal decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono.

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