Continua tra il serio e il faceto la protesta contro la riforma Gelmini. Mentre alcuni rettori, come quello dell’Aquila proclamano lo stato di mobilitazione, a Palermo gira un sms che annuncia il sequestro del ministro.
Il Senato accademico dell’Università abruzzese ha deciso ieri all’unanimità di proclamare lo stato di mobilitazione: uno è già avvenuto in concomitanza con la protesta nazionale del 30 ottobre, l’altro è per il 14 novembre avviando nel contempo, presso le singole facoltà, due settimane di iniziative finalizzate alla discussione e sensibilizzazione sulla legge n. 133/08.
Per il rettore Ferdinando Di Orio infatti si tratta di “un attacco inaccettabile all’università pubblica e al diritto all’istruzione”. Il Senato accademico ha approvato anche una serie di azioni di protesta da intraprendere contro “la grave decisione del governo di apportare tagli al finanziamento degli atenei pubblici per il prossimo quadriennio. Si riconferma l’atteggiamento critico già espresso, con un’apposita mozione, nella seduta del 23 luglio 2008, all’indomani dell’approvazione del decreto 112/08. Il Senato accademico, inoltre, ha deliberato di convocare l’assemblea generale di tutto il corpo accademico per discutere criticamente su questi argomenti”.
Intanto a Palermo da ieri un sms goliardico che gira tra gli studenti annuncia l’avvenuto rapimento del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e fa riferimento anche ad un riscatto di 9 milioni di euro. “Dopo gli episodi scellerati di piazzale Cadorna a Milano e piazza Navona a Roma – ha detto Alessandro Arcobasso, presidente onorario del Cusp, associazione che unisce studenti ed ex studenti della facoltà di Scienze politiche, che ha dato notizia dell’sms – c’è ancora qualche incosciente che si diverte a fomentare l’odio nei confronti di un ministro della Repubblica. Speriamo che ciò che è nato come uno scherzo non finisca per esasperare gli animi”.
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