La ministra al Governatore: "In Campania deve riaprire, pochi 15 giorni in classe"

Campania ritarda la decisione sulla riapertura delle scuole primarie e la ministra Azzolina punta il dito contro De Luca
One student do their homework with laptops on your home, Italy, Genova 26 March 2020. As a precautious measure against the spreading of the pandemic COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus, schools and universities are closed and teaching has been diverted to cyberspace in Italy. ANSA/LUCA ZENNARO

In Campania la scuola avrà ancora i cancelli chiusi. L’Unità di crisi della Regione, che ieri doveva sciogliere il nodo sulla scuola e decidere se gli alunni di elementari e medie potranno tornare in classe mercoledì, non ha sciolto la riserva. ” Sono stati presi da altri argomenti. Quello sulla scuola è stato affrontato ma non lo si è scandagliato fino in fondo” fanno sapere da Santa Lucia. Oggi la task force regionale sull’emergenza Covid torna a riunirsi.

All’ordine del giorno vari argomenti: il passaggio dalla zona rossa a quella arancione, l’organizzazione della futura campagna di vaccinazioni, e poi la scuola. Ma non è detto che si decida in mattinata. I tecnici forniranno dati sullo screening condotto su alunni, familiari e personale scolastico, e sulla situazione epidemiologica. Poi sarà De Luca a dire l’ultima. Probabile che la decisione arrivi in serata, quando il governatore terrà la riunione plenaria con i direttori generali delle Asl, con i responsabili degli ospedali e con i tecnici dell’Unità di crisi. Famiglie, alunni, docenti, presidi, attendono.

E intanto la ministra per l’istruzione Lucia Azzolina – contro la quale ha spesso polemizzato De Luca nelle scorse settimane apostrofandola con parole poco lusinghiere che hanno inasprito lo scontro istituzionale tra la Regione e il governo – ieri in un suo intervento in una trasmissione televisiva ha puntato l’indice contro il governatore della Campania: “Non riesco a parlargli”. Lucia Azzolina, che sulla sua insistenza per tenere le scuole aperte ha subito qualche sgambetto anche da altri componenti del governo, ed ha perso la sfida per la riapertura degli istituti superiori già a dicembre, sa che la scuola della Campania, è in particolare sofferenza.

“La Campania è stata la Regione ad aprire la scuola più tardi e la prima a richiudere: è ovvio che la didattica a distanza non può sostituire la didattica in presenza ” ha affermato. Certo la Dad, ha aggiunto, “può essere una valida alternativa per un periodo limitato di tempo, ma non per un periodo così lungo”. Poi ha ripreso uno degli argomenti della battaglia dei genitori che da settimane si mobilitano contro le scelte di De Luca, ricordando che “gli studenti campani hanno fatto solo 15 giorni di scuola a ottobre”, mentre nel resto del Paese hanno regolarmente frequentato le aule almeno sino all’istituzione delle zone rosse.

E anche dove le Regioni si coloravano di rosso restavano in presenza le lezioni per elementari e prime medie. Non qui. Dove ” la scuola dovrebbe essere aperta, secondo le direttive, ed invece gli studenti campani hanno seguito solo per 15 giorni”. Impossibile far desistere il presidente, ha raccontato il ministro: ” Io parlo con tutti, perché la scuola non può avere colore politico: con De Luca ci ho provato, ma non sono riuscita a parlarci “. socialità fondamentale come la scuola, un’interruzione che non ha precedenti nella storia recente. Ci presentano le classi di appartenenza, i rispettivi rapporti con i docenti e l’impatto della Dad sull’insegnamento. Ne ricaviamo spiegano gli artisti del collettivo un’immagine certamente diversificata, ma con una serie di punti in comune: l’apprezzamento per un canale di dialogo aperto con i docenti, le ripercussioni dell’attualità sui compiti, la diffidenza per la Dad”.

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