Curioso: per la sua prima uscita pubblica dopo le dimissioni, l’ex segretario del Pd Walter Veltroni ha scelto la Luiss, il principale ateneo privato romano. La lontananza dai riflettori e dal dibattito politico è durata un mese: lasso di tempo in cui l’ex sindaco di Roma ha assecondato la sua vena creativa, cominciando a buttare giù un altro romanzo.
Una rentrée senza alcun rancore verso il suo successore. Anzi, Veltroni nel corso dell’incontro con gli studenti luissini si è rivolto al neosegretario del Pd Franceschini, chiamandolo per nome: “Dario e gli altri, e soprattutto i giovani, arando potranno far crescere frutti importanti per il progetto del Pd”. E l’incoraggiamento non finisce qui: “Il giorno delle dimissioni avevo sul tavolo un sondaggio che confermava che eravamo uno dei partiti più forti d’Europa. Sono convinto che lo siamo tuttora”.
Ma Walter non vuole ricordare a Dario le ragioni di quelle dimissioni. Agli studenti che lo interrogano sull’argomento si limita a rispondere: “È stata l’occasione per prendermi una pausa molto bella dopo tanti anni di lavoro”. Quanto gli è costato lasciare la prima poltrona del Pd? “Mi è costato di più lasciare quelle giornate così intense, nelle quali c’erano tanti problemi da risolvere e ad ogni ora io riuscivo a risolverne uno”.
Il primo applauso il “prof” Veltroni – che ha tenuto una lezione sul “Cammino della sinistra, dalle origine al pensiero democratico” – lo ha ricevuto quando ha ricordato di essere stato proprio lui a inaugurare la sede della Luiss dei Parioli, come sindaco della Capitale, qualche anno fa. Ne approfitta per sottolineare che quegli anni sono stati il periodo più bello della sua carriera.
Con Silvio Berlusconi l’ex segretario democratico è stato netto, criticando il premier per i rischi ai quali sottoporrebbe il nostro Paese: “Non ci sarà nessun ritorno al passato, ma potrebbe condurci verso una democrazia formale di carattere autoritario”. Non gli bastano i poteri? Per Veltroni non c’è nessun problema, a condizione che Berlusconi ponga fine al conflitto di interessi lasciando le sue tv perché “le due cose non possono stare insieme”.
A Gianfranco Fini, l’ex numero uno del Pd rivolge un chiarissimo elogio: “Interpreta con senso di responsabilità il suo ruolo di presidente della Camera che deve essere super partes”. Il consiglio infine lo dà a tutti, amici ed avversari: “Serve una legge che garantisca la democrazia interna a tutti i partiti, a cominciare dalle primarie per le candidature in Parlamento. Oggi sono sempre i segretari a fare le liste in base al principio dell’ubbidienza e della sudditanza. Bisogna mettere fine a questo obbrobrio”.
Manuel Massimo
Volevo precisare che l’incontro è stato organizzato dall’Associazione Economia Reale Giovani di cui è coordinatore Pierluca Baldassarri. L’evento è stato uno di quelli che si terranno alla Luiss – che ci ha dato la cortesia solo dell’ospitalità – su un percorso volto sulla Repubblica Italiana e i cui partecipanti non erano solo studenti della Luiss, ma giovani interessati da tutte le università di Roma e non. Grazie