Crisi e quoziente intellettivo Secondo uno studio apparso su “Science”, col diminuire della ricchezza anche le prestazioni del cervello si abbassano. Il risultato della ricerca, effettuata da ricercatori dell’Università statunitensi di Harvard, Princeton e dalla britannica Warwick University, rivela che esiste una correlazione tra attività cerebrale e situazione economica.
Il QI di un individuo in una situazione di ristrettezze economiche, difatti, risulterebbe notevolmente più basso rispetto ad uno benestante, anche di 13 punti.
Sendhil Mullainathan, uno degli esperti della Harvard University coinvolti nella ricerca, ha spiegato il fenomeno paragonando il cervello umano ad un computer, che, se sovraccaricato di dati, funziona più lentamente.
Ne consegue che agevolazioni, detassazioni o aiuti finanziari permetterebbero, a chi è gravato da tali difficoltà, di migliorare la qualità delle proprie prestazioni cognitive, lavorative ed, in generale, la qualità della propria vita.
La ricerca è stata effettuata negli Stati Uniti ed in India. Negli States lo studio ha avuto luogo un centro commerciale del New Jersey, dove sono state selezionate 400 persone, che sono stati divise in due gruppi (“benestanti” e “poveri”) in base allo stipendio medio percepito.
Prima dell’inizio del test i ricercatori hanno posto, a metà dei partecipanti, una domanda che ricordasse loro i propri problemi economici: “Cosa fareste se si rompesse la macchina e ci volessero 1.100 euro per ripararla?”
Successivamente gli individui sono stati sottoposti ai test del QI e degli impulsi.
L’esito della ricerca è stato che il gruppo dei poveri cui era stata posta la domanda ha avuto risultati inferiori rispetto ai “poveri” senza pensieri, i quali, invece, hanno ottenuto risultati analoghi a quelli dei ricchi.
