Istruzione, Italia 24esima. Finlandia prima

E’ la Finlandia ad ottenere il primo posto nel nuovo studio sullo stato dei sistemi di istruzione in 50 Paesi del pianeta. L’Italia resta al 24° posto   per risultati cognitivi, al 27° per gli esiti formativi.

Condotta da Pearson, la più grande casa editrice britannica, e dalla “Intelligence Unit” dell’Economist, la ricerca the learning curve  ha considerato una sessantina di parametri e ha prodotto inoltre una serie di classifiche che fotografano la situazione sotto diversi punti di vista: investimenti governativi, reclutamento e trattamento degli insegnanti, rapporto docenti-alunni, anni complessivi di formazione, background culturale di ciascun Paese, numero di laureati.

I prof della Corea guadagnano due volte più del salario medio
Al secondo posto si è piazzata un’altra nazione spesso fra i primi della classe, la Corea del Sud, il cui sistema totalmente differente da quello finlandese, rende ineludibile una riflessione, e conferma che le vie verso il traguardo di un sistema efficiente possono essere molto diverse. Se nel Paese asiatico, nelle scuole di ogni ordine e grado regnano disciplina e rigore, e contenuti studiati a memoria e verificati da continui test, in quello scandinavo la parola magica è infatti flessibilità e creatività, e studio basato sulla comprensione, piuttosto che sulla ripetizione. Inoltre, se in Corea un docente guadagna due volte più del salario medio nazionale e ha classi numerose, in Finlandia lo stipendio di un docente a inizio carriera è in linea con la media degli altri laureati del Paese, ma le ore di insegnamento giornaliero non sono più di 4.

l’accesso alla professione di insegnante, unito alla considerazione del suo ruolo da parte dell’opinione pubblica, è un ulteriore punto di contatto fra i due sistemi: in entrambi i Paesi, ai docenti si chiedono competenze di alto livello – il reclutamento avviene fra i migliori laureati, in Finlandia solo fra chi ha un master – e il loro status sociale è elevato.

Fra tutti gli elementi in gioco, gli estensori dello studio concordano sul fatto che la chiave di volta di un buon sistema scolastico non stia insomma nei metodi: «La variabile più importante è la qualità dell’insegnamento. Istruire è un’arte. I docenti non devono essere visti e trattati come tecnici, bensì come professionisti».

La conclusione di The Learning Curve: «L’istruzione conviene. È provato che nella maggior parte dei Paesi il livello di istruzione produce più alti guadagni, una maggiore aspettativa di vita, scelte personali più ponderate, un minor numero di comportamenti a rischio».
La ricetta proposta: «Una scuola con standard elevati, piani di studio solidi, insegnanti competenti e tutt’attorno, un’atmosfera culturale positiva nei confronti dell’istruzione».

 

Fonte Sole24Ore – Flavia Foradini

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