Ingegneria industriale e dell’informazione tra le lauree più spendibili sul mercato del lavoro: la classifica

Mancano informatici, esperti di tecnologie ICT, architetti, ingegneri civili. I medici solo al quinto posto, sotto i laureati in Economia

Ci sono lauree in appetibili di altre oggi? Secondo Unioncamere, l’ente pubblico che riunisce le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, nel 2022 la difficoltà di reperimento del personale ha riguardato il 40% delle assunzioni e tenderà ad aumentare ulteriormente anche per l’accelerazione della domanda attesa come effetto gli investimenti Pnrr.

Nello specifico, nell’ambito della ricerca di personale con un titolo di laurea, i tassi di occupazione più elevati vengono riscontrati nei gruppi ingegneria industriale e dell’informazione, informatica e tecnologie ICT, architettura e ingegneria civile, a cui si aggiungono il gruppo economico e medico-sanitario e farmaceutico. Per tutti i gruppi citati il tasso di occupazione risulta infatti superiore al 90%.

Il rapporto domanda – retribuzione

L’elevata domanda di personale con un titolo di laurea conseguito in questi gruppi disciplinari si riflette anche sulle retribuzioni medie dei profili più ricercati. Infatti, se diamo uno sguardo alle retribuzioni, tra i laureati magistrali con le retribuzioni maggiori troviamo soprattutto i laureati in informatica e tecnologie ICT e quelli in ingegneria industriale e dell’informazione che, a cinque anni dalla laurea, possono contare sulle più alte retribuzioni, con valori mensili netti più elevati che si attestano rispettivamente a 2.042 e 2.003 euro. Risultano invece decisamente inferiori i livelli retributivi dei laureati del gruppo educazione e formazione (1.380 euro) e psicologico (1.406 euro).

Nel complesso però, a causa degli elevati livelli di inflazione rilevati nel 2022, anche a cinque anni dalla laurea si osserva una riduzione delle retribuzioni reali rispetto all’analoga rilevazione del 2021: -2,4% per i laureati triennali e -3,3% per quelli magistrali.

Considerando l’alta domanda di lavoratori laureati, risulta chiaro come il basso numero di laureati tra i 25 e 34 anni sia un problema strutturale che va affrontato al più presto. Infatti, secondo gli ultimi dati Eurostat, con il 29,2% di laureati all’interno della popolazione tra i 25 e i 34 anni, l’Italia è il secondo paese in Europa con il valore più basso dietro alla Romania.

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