Ingegneri, esperti di green economy e sarti, le figure più richieste a Milano

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Ingegneri gestionali e informatici, esperti di green economy, mobility manager, addetti commerciali, sarti e modellisti sono le professionalita’ piu’ richieste in citta’ in questo periodo per far fronte alla crisi. A rilevarlo e’ la ricerca ‘I segnali deboli del mercato del lavoro nel Comune di Milano’, realizzata dal Centro Studi e Ricerche Lavoro & Societa’ dell’Universita’ Bicocca, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Universita’ e Ricerca del Comune, presentata oggi all’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele.

“La crisi – spiega Cristina Tajani, assessore milanese al lavoro – che ha portato la disoccupazione giovanile al 28% in citta’, sta producendo delle trasformazioni anche all’interno dei settori produttivi che abbiamo fotografato attraverso la ricerca sui segnali deboli (dati qualitativi non rilevati dalla statistica; Ndr). Nonostante la crisi, ci sono professionalita’ ancora molto richieste sul territorio, come quelle dell’alto artigianato legato alla moda, come sarte e modelliste, quelle legate alla green economy, quali manager energetici e del ciclo dei rifiuti, e quelle del commercio online”.

La ricerca, condotta su un panel di oltre 30 interviste, evidenzia come in settori caratterizzanti l’economia cittadina – quali moda, design, information and communication technology, bancario, assicurativo – si stia affermando un trend rivolto alla selezione di figure professionali high-skilled. “Si tratta – conclude la Tajani – di indicazioni utili a orientare non solo i percorsi formativi di universita’ e scuole professionali, ma anche a modellare politiche pubbliche in senso innovativo. E’ quello che stiamo facendo attraverso gli interventi sul co-working, il microcredito, le start up, la smart city”.

Dalla ricerca emerge una criticita’ legata alla competenza linguistica, che non consente di interagire in maniera efficace con l’estero, soprattutto a livello di conoscenza dei termini tecnici. Si evidenzia anche la necessita’ di avere capacita’ trasversali di problem solving e di comunicazione piu’ articolate. Infine, sembra esserci scarsa propensione del capitale umano a spostarsi, per esempio trasferendosi all’estero. La ricerca sottolinea come molti settori stiano vivendo una profonda trasformazione a livello produttivo e organizzativo dettato dal progresso tecnologico e dalla competizione internazionale. Nell’Ict diminuiscono le risorse per la ricerca e la formazione e cresce la domanda di nuove professionalita’, come esperti di Crm (Customer Relation Marketing), ingegneri gestionali e laureati in economia con conoscenze informatiche. Anche nel settore del credito e assicurativo, lo sviluppo dell’home banking e dell’online ha portato a una riconversione del personale, con competenze piu’ commerciali anziche’ gestionali e amministrative.

I settori che risentono meno della crisi, come l’alta moda, la pelletteria e la calzatura di lusso, rilevano a loro volta la necessita’ di figure che sappiano affiancare alla competenza artigianale la conoscenza di materiali innovativi e potenziali nuove fibre. Nell’ambito del design e dell’architettura affiorano rilevanti cambiamenti nei profili professionali richiesti. Architetti che, alla formazione classica, aggiungano conoscenze commerciali e manageriali, in materia di problemi energetici, nuove tecnologie, componenti innovative eccetera. Nel settore, in costante crescita, della green economy si segnala la richiesta di professionalita’ legate alla produzione e commercializzazione di fonti di energia alternative, alla ricerca di materiali e tecnologie ecosostenibili fino alla gestione dei processi di mobilita’. In tale ambito, nonostante un recente lieve rallentamento dei ritmi di crescita, pesa la concorrenza internazionale che traina la proliferazione di nuove figure, come consulenti per la pianificazione energetica, mobility manager, esperti nello smaltimento e riciclo dei rifiuti solidi urbani.

La ricerca fa emergere anche il ruolo primario svolto dalle universita’ milanesi considerate dagli intervistati il luogo principale di sviluppo del job placement per l’omogeneita’ dell’offerta formativa e per la vocazione professionalizzante dei corsi. Le facolta’ che mantengono una forte richiesta continuano a essere quelle di ingegneria oltre a quelle collegate al mondo della finanza e ai corsi specifici ad alta vocazione commerciale. Tuttavia, permane una condizione di sovraqualificazione dei neolaureati, con uno scollamento tra l’alto livello di preparazione e il basso livello di mansioni da svolgere. A questo si ricollega, in conclusione, l’annoso problema dell’abuso della formula dello stage, che spesso maschera posizioni lavorative equivalenti a quelle piu’ stabili.

La ricerca fa emergere anche il ruolo primario svolto dalle universita’ milanesi considerate dagli intervistati il luogo principale di sviluppo del job placement per l’omogeneita’ dell’offerta formativa e per la vocazione professionalizzante dei corsi. Le facolta’ che mantengono una forte richiesta continuano a essere quelle di ingegneria oltre a quelle collegate al mondo della finanza e ai corsi specifici ad alta vocazione commerciale. Tuttavia, permane una condizione di sovraqualificazione dei neolaureati, con uno scollamento tra l’alto livello di preparazione e il basso livello di mansioni da svolgere. A questo si ricollega, in conclusione, l’annoso problema dell’abuso della formula dello stage, che spesso maschera posizioni lavorative equivalenti a quelle piu’ stabili.

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