Il Trentino vuole reintrodurre gli esami di riparazione: addio all’ultima “isola felice” per gli studenti

La provincia autonoma di Trento è l’unica a non aver ripristinato l’esame di riparazione come voluto dall’ex ministro Fioroni nel 2007. Adesso una petizione firmata da oltre 400 docenti chiede di ritornare al vecchio sistema di valutazione di fine anno.

Per gli studenti è un’isola felice ma per i docenti un sistema da cambiare. Il Trentino vorrebbe reintrodurre gli esami di riparazione così come succede dal 2007 in tutte le regioni d’Italia. Lo chiede una petizione che ad oggi ha raggiunto le 400 sottoscrizioni che punta il dito sulle troppe lacune che i ragazzi che frequentano gli istituti superiori della provincia autonoma di Trento avrebbero in diverse materie ritenute fondamentali. Lacune che, in molti casi, sarebbero incolmabili producendo così un danno rilevante alla preparazione degli stessi studenti.

“Il titolo di promozione assegnato a giugno — si legge nella petizione — rende di fatto ininfluente la verifica condotta del superamento delle lacune. Ciò determina per alcuni studenti, causa di un impegno inadeguato o della gravità delle lacune stesse, un percorso formativo che non consente di affrontare efficacemente le difficoltà e di superarle”.

Ecco, dunque, che il “privilegio” di non reintrodurre gli esami di riparazione (era stato il primo governo Berlusconi ad abolirli) deciso nel 2007 oggi vacilla sempre di più. Anche se si stanno studiando dei sistemi alternativi all’esame di riparazione in piena estate, come ha spiegato il presidente dei presidi trentini, Paolo Pendenza, al quotidiano La Repubblica: “Il nostro sistema ha dei limiti, ma anche quello nazionale. La reintroduzione dell’esame di riparazione avrebbe come conseguenza un aumento delle bocciature e dell’abbandono scolastico. Noi dobbiamo pensare ad un’altra strada, inclusiva, che è quella già applicata nei corsi serali in Trentino e in via sperimentale all’istituto Artigianelli: se uno studente ha un’insufficienza non c’è la bocciatura, ma l’anno successivo ripete il percorso per quella singola materia. In questo modo si riconosce ciò che di buono è stato fatto. Se arrivato al quinto anno ha lacune formative in due materie, proseguirà gli studi per un altro anno, ma solo in quelle due materie”.

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