Il "palinsesto vivente" neodottore allo Iulm

mauriziocostanzo.jpgLa Libera Università di Lingue e Comunicazione (Iulm) di Milano ha un nuovo neolaureato “doc”: si tratta di Maurizio Costanzo, deus ex machina della tv e “padre” del talk show che ha molto gradito questo riconoscimento accademico. La sua laurea Honoris Causa in “Giornalismo, Editoria e Multimedialità” è stata decisa all’unanimità dal consiglio di facoltà di Scienze della Comunicazione.
Una scelta che consolida ancora di più il collaudato legame tra l’ateneo privato meneghino e Mediaset – che insieme promuovono il master biennale in giornalismo multimediale – visto negli anni passati la pergamena era stata assegnata a Fedele Confalonieri e Mike Bongiorno. Sempre in occasione dell’apertura ufficiale dell’anno accademico.
A dire il vero il neodottore Costanzo – che vista l’ecletticità del suo curriculum sarebbe riduttivo definire soltanto giornalista – già da dodici anni frequenta abitualmente le aule universitarie come professore: è docente a contratto presso la facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma dove insegna Teoria e Tecniche del Linguaggio Radiotelevisivo.
A pronunciare la laudatio ci ha pensato il sociologo Alberto Abruzzese, che ha definito Costanzo “palinsesto vivente”: un’efficace definizione che calza a pennello. Presente in Aula Magna anche il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi che ha sottolineato il valore delle parole in televisione: “Contrariamente a quanto si crede la tv è fatta di parole più che di immagini e il genere per eccellenza è il talk show. A Costanzo deve essere riconosciuto il merito di averlo inventato e di averlo esplorato in tutte le sue possibilità”.
Il profluvio di elogi fa commuovere Costanzo che per controbilanciare ha affermato: “Mi verrebbe voglia di parlare male di me dopo tutta questa flebo di complimenti”. La sua lectio doctoralis dal titolo “Comunicare è vita” se l’era anche scritta, ma una volta salito in cattedra ha continuato a braccio, da consumato anchorman. Il saluto al figlio Saverio, regista cinematografico, presente in sala e poi la dedica ai genitori “fanatici del posto fisso” che rimasero spiazzati quando Maurizio decise di non iscriversi all’università per intraprendere, giovanissimo, la carriera di giornalista.
Nel suo discorso c’è spazio anche per una riflessione sulle nuove tecnologie legate all’universo giovanile, sempre in bilico sul confine sempre più labile tra reale e virtuale: “Sarei considerato anacronistico se non addirittura folle se negassi il potere di Internet di cambiare il modo di fare comunicazione, di vivere il mondo e la spinta che ha dato allo scambio tra le persone – ha detto – Ma sono un sostenitore della vita reale, della sua magia e per questo penso che la multimedialità debba essere solo un modo per poter accrescere le nostre conoscenze, ma non bisogna mai perdere il senso della vita, pensare che nel virtuale si possa trovare soluzione a tutto”.

Manuel Massimo 

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