Il 3 novembre l’Aula Pessina di Corso Umberto I a Napoli ha indossato la toga dando voce alla magistratura italiana con la conferenza “L’inchiostro della magistratura”.
Il Preside della facoltà di giurisprudenza Lucio De Giovanni ha aperto questo incontro (seppur brevemente causa una concomitante riunione) cedendo immediatamente la parola ad Alessandra Arfè, Vicepresidente dell’ ELSA (The european law students’ association) la quale ha ringraziato i presenti e il Presidente Nello Chianese impossibilitato per motivi di salute.
Raffaele Cantone, Magistrato presso il Massimario della Cassazione e rappresentante della sezione ELSA Napoli, ha introdotto il discorso attraverso il suo ultimo libro “Solo per giustizia” spiegando da subito il senso di questo “solo” identificandolo nell’ impegno dei magistrati i quali sono pronti a tutto solo per far trionfare la giustizia, ma anche in un profondo senso di solitudine nel momento in cui si devono prendere decisioni.
Ha parlato poi di Saviano definendolo spartiacque per la camorra poiché è da “Gomorra” in poi che tutti hanno preso atto del sistema e della crudeltà di questa organizzazione.
La parola è passata a Piergiorgio Morosini, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo nonché rappresentante della sezione ELSA Palermo il quale ha toccato molte tematiche. Partendo dal suo libro “Il Gotha di Cosa Nostra” ha trattato argomenti come i rapporti tra Stato e mafia portando ad esempio il gruppo Ferruzzi/Gardini, per poi dibattere sulla latitanza ultraquarantennale del boss di cosa nostra Bernardo Provenzano, il quale è stato certamente aiutato,specie nel caso di un operazione fatta urgentemente in una clinica di Marsiglia, visto che venne fornito anche di un documento falso.
Applausi e commozione dell’intera sala al momento del ricordo di Falcone e Borsellino. La domanda del moderatore riguardo al Ddl Alfano sulle intercettazioni scalda un po’gli animi in quanto, se passasse definitivamente, abolirebbe quella che è la pratica dell’intercettazione, fondamentale per lo svolgimento delle indagini.
Infine, Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria oltre che rappresentante ELSA della sua sede, ha illustrato la storia del suo libro “Fratelli di sangue”scritto in collaborazione con il prof. Antonio Di Caso.
Nessuna casa editrice era disposta a rischiare pubblicandolo – spiega Gratteri – la sola è stata la Pellegrini Editore di Cosenza. In seguito questo libro ha venduto moltissimo così Rizzoli e Mondadori hanno lottato a lungo per poterlo avere e la Mondadori ha avuto la meglio. Il procuratore Gratteri ha continuato e concluso con la gerarchia della ndrangheta definendolo un organismo intelligente perché cerca sempre di non farsi nemico lo stato.
Combattere queste organizzazioni mette a repentaglio la propria vita ma l’ideale di giustizia è senz’altro più forte di ogni atrocità e, questi uomini, ne sono la testimonianza.
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