Per accedere ai concorsi si dovranno avere 24 crediti formativi in psicologia, pedagogia, didattica, un allungamento che per il Consiglio universitario nazionale (Cun) rischia di allungare di sei mesi le lauree magistrali. Un’eventualità da evitare. Inoltre, precisa il parlamento degli atenei, si dovrebbe prevedere la possibilità di una disciplina transitoria per l’accesso ai concorsi a quei laureati e studenti terminali delle università che non possono più modificare la struttura dei crediti relativi agli esami. Il governo è avvisato, così si rischia di allungare ulteriormente i percorsi universitari delle lauree magistrali, attualmente considerate valide ai fini dell’accesso all’insegnamento.
Con il parare sul decreto legislativo riguardante il reclutamento emesso il 14 giugno è stato chiesto all’esecutivo di aggiornare il decreto del Presidente della Repubblica 19/2016, ridisegnando le classi di laurea in modo tale da prevedere la possibilità per gli studenti di conseguire titoli validi senza allungamenti. Già gli studenti sono oberati con idoneità inutili che, pur non essendo esami curriculari veri e propri, comportano ulteriore impegno e perdita di tempo. Il rischio è quello di penalizzarli ulteriormente rispetto agli altri paesi UE, dove i corsi di laurea sono più brevi.
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