Il Covid colpisce anche le matricole: iscrizioni in calo del 3,4%. Si salvano solo le materie STEM

I dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti certificano un calo delle iscrizioni al primo anno delle università. In un anno da 312.388 a 301.776 iscritti a un corso triennale o a ciclo unico. Inversione di tendenza per le materie scientifiche dove c’è un aumento del 5%.

Meno matricole, più iscritti alle facoltà scientifiche: è questa la fotografia dello stato di salute delle università in Italia in epoca Covid. A scattarla sono i dati dell’Anagrafe nazionale degli studenti che hanno certificato, nel primo anno della pandemia da Coronavirus, un calo non esattamente trascurabile del numero degli iscritti al primo anno dei corsi di laurea: come riporta questa mattina il Sole 24 Ore mentre nel 2020/21, le matricole erano risultate in crescita rispetto al pre-pandemia (+14mila sul 2019/20) stavolta sta andando diversamente.

Nel giro di 12 mesi si è passati da 312.388 a 301.776 iscritti a un corso triennale o a ciclo unico (-3,4). Un peggioramento che accomuna tutta la Penisola ed è indifferente alle differenze di genere. Tant’ è che la diminuzione maggiore si registra, sia per gli uomini che per le donne (rispettivamente -6,96 e 7,45%), nelle Isole mentre quello minore lo si trova in entrambi i casi al Nord (-1,43% tra i ragazzi, -2,17% tra le ragazze).

C’è però un dato che lascia ben sperare ed è quello che riguarda l’aumento delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, le cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics): da un lato, Informatica e Tecnologie Ict, che registrano un + 5% tra gli uomini e addirittura +15% tra le donne; dall’altro, Architettura e Ingegneria civile che crescono del 5% tra i primi e del 4% tra le seconde.

Dati che fanno ben sperare anche il ministro Maria Cristina Messa: “Questi dati, che sono in continuo aggiornamento perché le iscrizioni sono ancora in corso, fotografano al momento una sostanziale tenuta delle immatricolazioni, in un contesto estremamente delicato dato dalla pandemia – ha detto al Sole 24 Ore – E’ necessario utilizzarlo come base per valutare, nei prossimi anni, gli effetti degli investimenti, in particolare del Pnrr, che stiamo facendo per sostenere i giovani nel percorso universitario, con più borse di studio e con un valore superiore a quello attuale, con l’aumento del numero degli studentati e delle residenze universitarie e con un orientamento sempre più personalizzato che, mi auguro, ci consenta di continuare a veder crescere, in particolare, le iscrizioni delle ragazze in informatica e nelle altre materie Stem”.

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