E’ stata ribattezzata la Woodstock del movimento. Ovviamente in tono minore. Il concerto del 18 novembre, indetto dagli studenti in mobilitazione della Sapienza, si è tenuto all’aperto. Fra gli artisti invitati: Daniele Silvestri, Valerio Mastrandrea, Simone Cristicchi, Tetes de Bois, Assalti Frontali, Ascanio Celestini, Momo ed altri ancora. Sul palco anche Andrea Rivera, nelle vesti di presentatore dello ‘show’. Dietro di lui la scritta: “Siamo l’Onda che vi travolge”. Una serata all’insegna del divertimento, sempre politicamente impegnato.
“Questo movimento – si legge in un comunicato diffuso dagli organizzatori – ha espresso tutta la sua irrapresentabilità, nelle piazze e nelle assemblee, perché irrapresentabili sono i nostri desideri, la nostra voglia di decidere, di costruire, a partire da noi, il nostro presente e di immaginare il nostro futuro.Viviamo in un paese che ci definisce bamboccioni, mammoni, dove ogni possibilità di un progetto di vita ci è preclusa, dove tutto è bloccato. Questo è un paese che ci vorrebbe uniformare, rendere docili ed obbedienti, un paese dove troppo spesso chi esprime il suo dissenso viene etichettato come facinoroso o teppista”
“Eccoli allora gli antidemocratici, i violenti”, grida dal palco uno studente con fare provocatorio, a significare che i ‘contestatori’ sono tutti là: in una massa scanzonata che, almeno per una sera, pensa solo ad accompagnare con cori e slogan pacifici le esibizioni dei cantanti. Perché in fondo di questo si è trattato, “di una festa che, come tutte le feste del mondo – affermano i ragazzi – è un momento giocoso, di divertimento, di gioia contagiosa, che riesce, allo stesso tempo, ad esprimere dei motivi molto più seri, molto più profondi e radicali. Infatti, quello a cui stiamo dando vita stasera non è solo un grande evento artistico-musicale, ma anche un’occasione per stare assieme, riflettere su ciò che stiamo vivendo”.
Per l’occasione sono stati allestiti anche banchetti con centinaia di fogli sopra. Tutto materiale informativo da distribuire ai più curiosi. E che in un certo senso ha rappresentato quasi un sunto di ciò che è stato fatto, con passione, fino ad ora: le 11 tesi sull’Università riformata, le dichiarazioni comuni dopo i fatti di Piazza Navona, i contenuti dei tre workshop (didattica, welfare e ricerca) realizzati nel corso dell’Assemblea plenaria del 15 e 16 novembre. “Perché – spiega una delle ragazze incaricate – di cose ne sono state fatte eccome, almeno non ci si potrà accusare di essere stati dei fannulloni!”.
Manuel Massimo
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