I ricercatori italiani alla conquista della luna

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Colonizzare lo spazio si può. L’Agenzia Spaziale Europea sta tentando l’impresa. E al progetto stanno dando un contributo anche gli italiani. L’idea di costruire “moduli abitativi” sulla luna deve infatti moltissimo anche alla Scuola superiore Sant’Anna – unico ateneo italiano coinvolto nella ricerca- e alle aziende innovative di Pisa. La proposta ha attirato persino l’attenzione della Nasa.

Come sarà possibile colonizzare la luna?
Le stampanti 3D ci potrebbero consentire di costruire mattoni e di assemblare moduli abitativi da usare nel caso si riuscisse ad ‘organizzare uno sbarco dell’uomo’ sulla luna.
Per scoprire se l’ipotesi sia o meno realizzabile, l’Agenzia Spaziale Europea ha coinvolto anche il team italiano, guidato da una donna, l’Ing. Valentina Colla del Laboratorio di Robotica Percettiva dell’Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione, della Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna.

“La tecnologia sperimentata per la stampa tridimensionale con materiale sabbioso appare estremamente innovativa e presenta aspetti di particolare interesse”, ha detto. “Gli architetti della ‘Fosters+Partners’ hanno sviluppato un progetto straordinario che trae ispirazione dall’arte e dalla natura”, “Insieme al team del Laboratorio di Robotica Percettiva dell’Istituto Tecip, abbiamo sfruttato appieno le nostre competenze nel controllo di macchine utensili e nel trattamento di immagini e dati sensoriali”, ha aggiunto l’Ing. Colla.

Da sempre gli studiosi aspirano a poter costruire insediamenti umani sul nostro satellite. Sarebbe una delle conquiste più grandi della nostra storia: sarebbe il primo passo per poter esplorare le zone più remote dello spazio.
Cosa ci impedisce di farlo? Sulla luna il terreno è sabbioso. Inoltre, si deve ancora trovare il modo per progettare macchinari in grado di produrre in tempi brevi e in maniera autonoma gli elementi di costruzioni adeguati che garantiranno la sopravvivenza degli uomini che andranno ad abitare quei moduli.

I ricercatori italiani, con il coordinamento dell’Irettngegner Cesai dell’impresa Alta Spa, hanno testato una particolare tecnologia di fabbricazione dei componenti dei moduli abitativi tramite stampa tridimensionale con materiale sabbioso, ribattezzata“D-Shape”, inventata e brevettata dall’Ing. Dini, fondatore dell’azienda “Monolite UK Limited”. Il team della Scuola Superiore Sant’Anna ha contribuito per tutti gli aspetti legati al controllo della stampante a sabbia “D-Shape” ed alla elaborazione di dati e immagini relative alla lavorazione dei moduli costruttivi. La progettazione dei moduli abitativi a struttura “cellulare” è stata invece curata dalla celebre società di progettazione londinese “Fosters + Partners”, in particolare dal gruppo di Xavier de Kestelier.

AZ

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