I prof di Palermo che hanno quasi azzerato la dispersione scolastica: “Li andiamo a prendere anche a casa”

La ricetta dell’Istituto Sperone-Pertini: “È un territorio complesso ma abbiamo stretto un’alleanza con i cittadini”

Nel 2022, nelle regioni del Sud Italia la percentuale di giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi ha toccato un preoccupante 15,1%, 3,5 punti in più della media nazionale. Da una delle zone più colpite dalla dispersione scolastica arriva però anche una storia tanto incoraggiante quanto incredibile. Nel 2013 l’Istituto comprensivo Sperone-Pertini, alla periferia sud di Palermo, ha toccato un picco del 27,3% di abbandono precoce del percorso di studi. Oggi, a dieci anni esatti di distanza, quella percentuale si è ridotta all’1%. Dietro la storia di successo c’è il lavoro instancabile della dirigente scolastica, Antonella Di Bartolo. “Tutti insieme – spiega in un’intervista a Orizzonte Scuola – abbiamo ragionato su come porre rimedio a questa situazione inaccettabile. Ci siamo messi al lavoro su più linee d’intervento”.

Il dialogo con le famiglie

Secondo Di Bartolo, la periferia di Palermo è un luogo che si presta alla dispersione scolastica, dal momento che “buona parte della popolazione vive una situazione di disagio economico, sociale ed educativo”. Di conseguenza, la preside e tutto il corpo docenti hanno dovuto convincere le famiglie degli studenti ad una ad una. “Abbiamo messo in atto importanti misure di sistema accanto a azioni quasi sartoriali, a misura di ciascun bambino e di ciascuna bambina e soprattutto dei loro genitori. È anche capitato di andare a recuperarli a casa, o per strada”, spiega Di Bartolo. E le sue parole non sono certo un’esagerazione. Su X è diventata virale una foto in cui la preside, con lo sguardo rivolto verso un balcone, prova a convincere una famiglia a mandare a scuola i propri figli.

Per arrivare a un risultato come quello raggiunto dall’Istituto Sperone-Pertini – in cui la dispersione scolastica è crollata in dieci anni fino a raggiungere l’1% – la scuola ha dovuto “stringere un’alleanza con i cittadini”. Qualche esempio? Andando a parlare con le famiglie, ma anche chiedendo aiuto ai commercianti della zona per raccogliere le iscrizioni per la scuola. “Si è lavorato – spiega Di Bartolo – sulla consapevolezza del diritto a frequentare la scuola, a partire dalla scuola dell’infanzia. Quando un diritto viene offerto, quel diritto viene riconosciuto ed è esercitato”. Certo, anche ora che il tasso di abbandono scolastico è prossimo allo zero il lavoro va avanti: “Questo risultato, di cui siamo orgogliosissimi, va difeso, possibilmente ulteriormente migliorato – insiste la preside -. Perché se anche solo un bambino su 100 non frequenta la scuola è gravissimo, è inaccettabile”.

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