Horizon 2020, dalla ricerca alla competitività industriale

Horizon 2020 è stato il fulcro della giornata conclusiva del ciclo il Sabato delle Idee organizzato dalla Fondazione SDN presieduta da Marco Salvatore insieme all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Innovazione, ricerca, eccellenze e molte altre le parole chiave dell’incontro presso la sede di Gianturco (Napoli).

Luigi Nicolais

Horizon 2020 è stato il fulcro della giornata conclusiva del ciclo il Sabato delle Idee organizzato dalla Fondazione SDN presieduta da Marco Salvatore insieme all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Innovazione, ricerca, eccellenze e molte altre le parole chiave dell’incontro presso la sede di Gianturco (Napoli).

Dall’eccellenza scientifica può nascere la competitività industriale“. Con queste parole il presidente del CNR Luigi Nicolais ha tentato di rispondere alle numerose sollecitazioni dei diversi attori intervenuti nella giornata dal mondo dell’università, delle istituzioni. “Horizon 2020 non è solo una opportunità di finanziamento ma è anche una opportunità di ristrutturazione del Paese – ha proseguito Nicolais – se nel nostro Paese abbiamo difficoltà a recepire finanziamenti è perchè abbiamo scarsissime capacità di cofinanziamento“.

Profumo con i relatoriTutti d’accordo sul piano pubblica amministrazione, è stato più volte ribadito nell’arco del dibattito che la P.A. va ripensata alla luce di Europa 2020 e quindi di Horizon. Analizzando la condizione nelle Regioni convergenza, Nicolais ha osservato che “i nostri giovani disoccupati che sono numerosissimi, rappresentano la vera ricchezza del Mezzogiorno d’Italia“.

Insieme a Nicolais, il Ministro dell’Università Francesco Profumo che in sede di intervento ha lanciato un dato allarmante: sul piano della ricerca l’Italia perde 5 miliardi all’anno nel rapporto tra contributi all’Unione Europea e finanziamenti ottenuti. Questo contrasta fortemente con altri dati che il ministro ha riportato e cioè che su ogni euro investito l’Inghilterra riporta a casa 1,50 euro, l’Austria e l’Olanda 1,45 euro, il Belgio 1,40 euro e la Germania 94 centesimi. Mentre l’Italia soltanto 60 centesimi. Ciò significa che nel Bel Paese perdiamo 40 centesimi ogni euro investito.

Profumo però ha dichiarato di non voler essere pessimista. “I nostri studenti all’estero sono i migliori, i nostri ricercatori sono bravissimi, i più bravi. Possiamo dire che abbiamo l’atomo, l’humus giusto. Ma dove falliamo? Falliamo perchè abbiamo tanti ottimi atomi che incontrano difficoltà quando passano a forme aggregate“.

Martina Gaudino

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