Guida alla scelta della facoltàSCIENZE MOTORIE

sc-motorie.jpgEcco i consigli dei docenti per affrontare al meglio la scelta della facoltà. Nella nostra Guida in edicola troverete inoltre: tutti i corsi di laurea, le città dove studiare, le dritte dei laureati, gli sbocchi occupazionali e la voce delle aziende.
Secondo l’Istat, il gruppo di scienze motorie sta registrando un numero sempre minore di matricole (1,6%), nonostante gli abbandoni decisamente ridotti. Ma in realtà, come ci spiega Vincenzo Romano Spica, preside della facoltà di Scienze Motorie dell’università degli studi di Roma “Foro Italico”, il dato deve essere riconsiderato alla luce di un cambiamento generale, che coinvolge molti corsi di laurea, in Italia.
Preside ritiene reale questa percentuale?
Il problema riguarda tutte le facoltà, sia per una serie di complessi mutamenti sociali e culturali sia per diverse ragioni concrete in quanto il titolo di studio è andato scollandosi da quelle che sono le applicazioni pratiche di ambito lavorativo professionale. Senza dubbio comunque si è registrata una riduzione, anche se il dato dell’1,6% deve essere riconsiderato in relazione al cambiamento dell’offerta formativa. Le domande presentate a scienze motorie, complessivamente, sono in calo: si è passati da circa 11.185 a 8.714 iscritti. La nostra facoltà, come diverse altre, ha registrato, tuttavia, un trend opposto negli ultimi anni, sdoppiando i canali e passando da 270 a 330 studenti, ed abbiamo recentemente portato a 400 il limite per il prossimo anno accademico, tenendo conto che negli ultimi anni abbiamo sempre ricevuto almeno 600 domande, provenienti un po’ da tutte le regioni d’Italia.
E’ vero che di solito i giovani non hanno una reale percezione del corso al quale si andranno ad iscrivere?
I ragazzi che si iscrivono sono sempre molto motivati ad intraprendere questi studi, ma c’è un momento in cui subentra un po’ di confusione. A volte si tratta di una forma di insicurezza e delusione che può anche essere ricollegata ai continui cambiamenti che l’università in generale sta vivendo, ma certamente vi è una responsabilità del corpo docente, che è chiamato a mettere maggiormente al centro della propria azione lo studente, e non la disciplina tradizionalmente intesa. A tal proposito, sono attive diverse iniziative per venire incontro agli studenti, che si apprestano agli studi universitari nelle scienze motorie, per accoglierli e accompagnarli. La nostra facoltà ad esempio ogni anno organizza delle giornate di orientamento, durante le quali il corso di studi è presentato agli studenti interessati delle scuole superiori del Lazio. Tale servizio è sempre disponibile durante l’anno.
Prima dell’ingresso richiedete dei prerequisiti?
Sì, ci sono dei prerequisiti scientifici di base, che vengono verificati durante un colloquio e delle abilità analitiche. In realtà oggi nel nostro ateneo stiamo ridefinendo questi test e stiamo comprendendo quali sono le carenze degli studenti, al fine non solo di dare dei requisiti minimi di accesso, ma anche di identificare debiti di apprendimento. In base a questi, stiamo cercando di provvedere a realizzare dei percorsi per riportare tutti gli studenti ad un livello minimo di base, ovvero a quel bagaglio di informazioni che permetterà di frequentare con maggiore serenità e profitto i corsi del primo anno, e favorire il successo nel completamento del percorso di studi triennale.
Quali sono i reali sbocchi professionali che la facoltà offre?
Inizialmente quando la struttura era ancora Isef l’ambito principale era rappresentato dall’insegnamento nelle scuole. Nonostante questo aspetto sia rimasto, oggi la prospettiva lavorativa è molto più ampia. In particolare possiamo definire altri tre ambiti nei quali un laureato (triennale o specialistico) potrà inserirsi: area della salute, benessere e tempo libero; area tecnico-sportiva (enti, federazioni, Coni…); ambito manageriale –gestionale (aspetti/opportunità imprenditoriali, gestione palestre impianti sportivi, ..).
E per chi sceglie il biennio ci sono particolari possibilità lavorative?
In realtà no, al momento, se si pensa ad una tipologia tradizionale del posto di lavoro. Il biennio, però, si rivolge a chi ha deciso di approfondire questi aspetti, ma non ha immediatamente una ulteriore implicazione pratica alla assunzione ai fini professionali. Attualmente non sono previsti concorsi che richiedono questo prerequisito. La direzione in cui si sta andando, però, potrebbe richiedere questa specializzazione, (anche come richiesta del mercato, che in questo settore è in forte espansione), ad esempio in ambiti particolarmente qualificati o in diversi contesti ai fini di una progressione di carriera.

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