“Guardi i siti porno per eccitarti?”: genitori protestano per il questionario hot a scuola

Polemiche in un liceo di Rimini per un test (facoltativo) rivolto agli studenti sulle loro abitudini sessuali. Il preside si difende: “Si tratta dell’iniziativa di una prof per una tesi di laurea in psicologia. Ma di sesso a scuola si può parlare”. La Lega preannuncia una interrogazione in Regione: “Educazione sessuale dei ragazzi spetta ai genitori”.

Un questionario online sulle proprie abitudini sessuali è stato proposto agli studenti del liceo scientifico e artistico “Serpieri” di Rimini. Domande esplicite che hanno fatto andare su tutte le furie i genitori dei ragazzi che hanno scritto al preside dell’istituto chiedendo spiegazioni sull’accaduto.

“Guardi siti per adulti? Con quale frequenza? Lo fai per divertimento, curiosità, per vedere come si fa o per eccitarti”. E ancora: “Ti senti efficace nel toccare l’altro/a nelle zone erogene?” sono solo alcune delle domande che sono state rivolte agli studenti del liceo che erano liberi di rispondere oppure no visto che il questionario era facoltativo.  

“Si tratta di una ricerca condotta da un’insegnante della nostra scuola per una tesi di laurea in psicologia, con l’obiettivo di esplorare le conoscenze degli adolescenti sulla sessualità, la percezione di sé e nelle relazioni con l’altro, nonché di riconoscere l’importanza di una educazione sessuale scolastica – ha spiegato al Resto del Carlino il preside della scuola – Non credo proprio che un’iniziativa del genere possa disturbare i ragazzi e le famiglie. La scuola per gli studenti è un luogo anche per la crescita e la formazione personale”.

Ai genitori che hanno rimproverato al liceo di aver posto domande fin troppo esplicite il preside ha risposto che “se si ragiona così, allora, non avrebbe alcun senso andare ad ammirare il David di Donatello a Firenze o altri capolavori dove la nudità viene mostrata. Sinceramente non comprendo queste polemiche e non condivido il tentativo di censura”.

Di diverso avvisto la Lega che ha preannunciato di voler potare il caso in Regione con una interrogazione. “Ci troviamo davanti a una preoccupante, pericolosa violazione della libertà educativa dei genitori. È stato pesantemente violato, in questo caso, il principio del consenso informato. Perché le famiglie non sapevano assolutamente nulla di questa vera e propria forma di indottrinamento, destinata pure ai minorenni: il Qr code per accedere al questionario è finito in tutte le aule – ha tuonato il consigliere regionale Matteo Montevecchi – Il questionario deve essere tolto da tutte le aule. Temi delicati come la sessualità spettano ai genitori”.

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