Gli atenei scendono in campo per la pace: a Pisa il primo convegno nazionale delle università

Si è tenuto nei giorni scorsi il primo convegno nazionale della Rete delle Università per la Pace. In prima fila l’ateneo di Bergamo che domani ricorda l’eredità del professor Fulvio Manara, impegnato nella diffusione della cultura della nonviolenza.

Si è tenuto a Pisa nei giorni scorsi il primo convegno nazionale della Rete delle Università per la Pace (RUniPace). Il convegno è stata l’occasione per approvare il regolamento ed eleggere i coordinatori della rete, oltre che per avviare una fitta riflessione sulle prossime iniziative, da promuovere attraverso la costituzione di gruppi di lavoro tematici.

La prof.ssa Elisabetta Bani

Ai lavori ha partecipato anche l’Università di Bergamo che punta con decisione la diffusione della cultura della pace e della nonviolenza. “Le Università possono (e devono) diventare luoghi di costruzione della pace a partire delle proprie tre missioni tipiche (ricerca, didattica e terza missione)  – ha detto la prof.ssa Elisabetta Bani, Prorettore con delega alla Terza missione e ai rapporti con il territorio – promuovendo, come si legge nel regolamento della rete, la riflessione sulla responsabilità sociale di tutte le discipline, sostenendo la didattica e la ricerca per la Pace e sulla Pace come ambito accademico con forte caratterizzazione interdisciplinare e in chiave trasformativa della realtà; favorendo la nonviolenza e la mediazione come approcci alla risoluzione dei conflitti, per costruire una cultura del dialogo, del rispetto, dell’equità, dell’inclusione, della solidarietà e della condivisione, valorizzando il ruolo delle donne nei processi di pace ad ogni livello e infine contribuendo alla creazione di relazioni umane e professionali orientate al rispetto e all’ascolto in ambito accademico, tali da rendere le Università luoghi di effettiva collaborazione e di dialogo.”

Anche per questo domani, venerdì 16 settembre, nell’ambito della rassegna di incontri “inAbbazia” (in programma fino al 18 settembre presso l’Abbazia di San Paolo D’Argon), si terrà la giornata di riflessione “Una forza che dà vita. L’eredità di Fulvio Manara”, docente di Pedagogia dei diritti umani e Pedagogia sociale presso l’Università degli studi di Bergamo, scomparso nel 2016, una preziosa occasione che prende il titolo dall’omonimo volume del prof. Manara dedicato a Gandhi.  

Memore dei valori nei quali il prof. Fulvio Manara credeva e ai quali ha improntato una vita intera di ricerca, l’Università degli studi di Bergamo ha scelto di promuovere, in collaborazione con la Fondazione Fileo, una giornata intensa che prevede laboratori con bambini, giovani e adulti su filosofia, nonviolenza, elaborazione dei conflitti e processi di giustizia. In programma anche un momento di riflessione con amici, colleghi dell’Università, collaboratori di contesti educativi e sociali del prof. Manara e, in chiusura, letture, musiche e meditazioni tratte dal cammino dello studioso nell’Eremo di San Paolo D’Argon. “La sua tenerezza amicale, fraterna e paterna, e la sua esigente radicalità, sorridente e tenace, hanno segnato con un tratto tutto particolare, i luoghi educativi, sociali, istituzionali da lui attraversati. – ha commentato il prof. Ivo Lizzola, organizzatore della giornata di riflessione, riferendosi al prof. Manara – In questi luoghi, come nei luoghi della ricerca e dello studio tessuti insieme, Fulvio rappresenta una ‘bandiera spostata’: spostata su margini indagati e riaperti, incontrati e colti nella loro generatività. Bandiera su un orizzonte verso il quale si cammina, e che si ridisegna continuamente; continuamente spostata verso un oltre. Una promessa sulla quale ci sono persone che si offrono come segnavia. Per essere ‘bandiere spostate’ ci vuole una certa forza. Una forza che rompa e sveli, che leghi e serva il cammino”.

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