Avviso ai politici: per 9 italiani su 10 la scuola deve essere al centro dei programmi elettorali

Un sondaggio svolto da Swg per la Gilda degli Insegnanti rivela come la quasi totalità degli intervistati pensa che i temi scolastici debbano essere al centro dell’agende politica. Stabilizzazione dei docenti precari e riqualificazione degli edifici le priorità più urgenti.

Stabilizzazione dei docenti precari ed interventi strutturali per riqualificare gli edifici scolastici: la scuola per 9 italiani su 10 deve rivestire un ruolo di primo piano nell’agenda politica. E’ quanto emerge da un sondaggio flash realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti. Oltre il 90 per cento degli intervistati ritiene che la scuola debba essere in cima alla lista degli impegni della classe politica: per il 54 per cento dovrebbe occupare una posizione “prioritaria”, per il 38 per cento “importante”.

Precariato e inadeguatezza degli spazi dove svolgere l’attività didattica vengono indicati come i problemi della scuola più impellenti ai quali il prossimo governo dovrebbe dedicarsi. Per il 27 per cento l’intervento più urgente da mettere in campo riguarda la stabilizzazione dei docenti precari, a garanzia della continuità didattica, e il potenziamento del sistema di reclutamento con concorsi a cadenza annuale, mentre il 26 per cento lo individua nella riqualificazione degli edifici scolastici attraverso l’ampliamento degli spazi e la riduzione del numero di alunni per classe. Secondo il 21 per cento, invece, la priorità spetterebbe al contrasto alla dispersione scolastica e al recupero del divario tra studenti del Nord e del Sud; il 16 per cento alla sburocratizzazione del lavoro dei docenti e il 10 all’aumento degli stipendi degli insegnanti.

“Come insegnanti – è il commento di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – siamo confortati dall’attenzione che l’opinione pubblica dimostra di avere verso la qualità dell’istruzione in Italia. Ci auguriamo che questo sentimento diffuso contagi anche coloro che si assumeranno la responsabilità di governo dopo le elezioni. I cittadini italiani sembrano aver compreso bene che investire sull’istruzione significa investire sul futuro del Paese”.

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