Falsi progetti di ricerca per evadere il fisco: bufera in un’università privata di Roma

L’indagine della Guardia di Finanza ha portato agli arresti domiciliari l’ex prorettore di un ateneo della Capitale. Sequestrati 24 milioni di euro.

Falsi progetti di ricerca in un’università privata romana per evadere il fisco. È quanto portato alla luce da un’inchiesta della procura della Capitale e della Guardia di Finanza e che ha portato all’arresto di due persone (l’ex prorettore dell’ateneo e una sua collaboratrice) e un decreto di sequestro preventivo di 24 milioni di euro per i reati di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Il provvedimento, emesso dal Gip del locale Tribunale, è l’epilogo delle indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli arrestati, adesso agli arresti domiciliari, che sono accusati di aver falsamente erogato progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta.

Le indagini hanno riguardato 29 persone fisiche e oltre 20 persone giuridiche, permettendo di raccogliere un grave quadro indiziario circa l’esistenza di un complesso sistema di frode, al cui centro emergeva il ruolo del docente, finalizzato alla vendita di veri e propri pacchetti di risparmio fiscale attraverso una metodica emissione di false fatturazioni utilizzate in dichiarazione per abbattere i debiti erariali nonché per beneficiare di crediti d’imposta mai maturati.

L’Università e il consorzio, oltre all’erogazione di benefici fiscali non spettanti, avrebbero utilizzato a loro volta fatture per operazioni inesistenti allo fine di abbattere il carico di imposte da versare.

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