Con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale gli studenti fanno appello ai candidati degli schieramenti in campo perché non ipotechino il loro futuro. Un’intera generazione alle prese con un tasso di disoccupazione alle stelle che ha visto diminuire negli ultimi anni l’accesso a l’unica scala mobile rimasta nella società italiana: l’istruzione. Ed ecco allora il “Manuale d’istruzione” di Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari per rilanciare il diritto allo studio. Un’istruzione pubblica, accessibile, gratuita, di qualità, riconosciuta, innovativa, inclusiva e democratica: sono i tasselli fondamentali su cui gli studenti non intendono retrocedere.
“Una delle riforme principali, nonché dei maggiori vanti dello scorso governo, è stata proprio quella della scuola – dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi -. Negli ultimi mesi si è parlato tanto di alternanza scuola lavoro, uno strumento utilizzato in modo dannoso e poco incisivo, ma su cui non è stato fatto un passo indietro. La nostra scuola merita di più: merita la costruzione di un sistema di diritto allo studio nazionale per i tanti studenti che sono in difficoltà, merita strutture finalmente adeguate e sicure, merita una didattica innovativa, merita degli studenti che abbiano la possibilità di essere protagonisti dei luoghi che vivono tutti i giorni. Non possiamo più metterci un tasso di abbandono scolastico troppo alto, serve ridare valore e centralità alla scuola!”
Mentre Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, punta il dito sull’aumento della tassazione universitaria dovuto al taglio della spesa pubblica nell’istruzione terziaria: “La crescita smisurata delle tasse universitarie e le enormi carenze del diritto allo studio hanno reso la nostra università tra le più élitarie d’Europa. L’università è uno dei capitoli su cui più si è tagliato mentre, negli anni della crisi, il resto d’Europa faceva crescere consistentemente gli investimenti su questa voce. Siamo di fronte ad un sistema martoriato, in cui gli atenei vengono messi in competizione tra loro per accaparrarsi poche briciole di finanziamento – inoltre, continua la studentessa -. Il divario tra università del Sud e del Nord è aumentato esponenzialmente. Invece che investire nella crescita del sistema, si è preferito elargire misure spot, a favore di presunte eccellenze, senza che si siano risolti i problemi strutturali del sistema”.
Concludono i due coordinatori: “L’istruzione è un diritto e per questo deve essere accessibile ad ognuno, ed è compito dello stato renderlo possibile. Non siamo bamboccioni, vogliamo che le nostre conoscenze siano valorizzate nel mondo del lavoro, vogliamo avere la libertà di scegliere dove costruire il nostro futuro e non essere costretti ad emigrare. Invitiamo tutti i candidati alle elezioni del 4 marzo a sottoscrivere il nostro documento: vogliamo che la politica si prenda un impegno preciso, che dimostri veramente di voler cambiare le cose e rilanciare l’istruzione del nostro paese!”
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