Elezioni 2022, i partiti spingono sul tempo pieno ma costerebbe 12 miliardi. Lo studio

Oggi è quasi il 50% al Centro Nord, solo il 20% al Sud.

Tra le idee e le proposte contenute nei vari programmi elettorali ce n’è una che va contro tendenza: il tempo pieno a scuola. Ma quanto andrebbe a costare la realizzazione di un’idea del genere? Secondo lo studio di Tuttoscuola si andrebbe a superare il muro dei 10 miliardi, che Enrico Letta ha indicato come soglia di investimento del suo partito per la scuola, arrivando a ben 12 miliardi. Si tratta di una quantità di denaro superiore a quella che finanzia il tanto contestato Reddito di Cittadinanza, che costa 9 miliardi all’anno.

Tempo pieno per i partiti

Nel programma di Italia Viva e Azione, ad esempio, si parla di “estendere il tempo pieno a tutte le scuole primarie per dare più spazio all’apprendimento venendo incontro alle esigenze delle famiglie e introdurre il diritto alla mensa per tutti con sussidio ai nuclei meno abbienti”. Il Pd punta a estenderlo “con particolare attenzione al Sud, e la progressiva costruzione di una scuola presidio di comunità nelle periferie e nelle aree interne”.

Il tempo pieno è in costante crescita da anni, ma resta ben distante dal 100 per cento delle classi. Nonostante il calo del numero complessivo di alunni e di classi registrato nel 2021/22 nella scuola primaria, la percentuale delle classi funzionanti a tempo pieno è aumentata, passando dal 37,2% del precedente anno scolastico al 38,1%, mentre nelle classi funzionanti a orario normale la percentuale è scesa dal 62,8% al 61,9%.

Differenze in Italia


Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, nel 2021/22 il 48,7% delle classi è organizzate a tempo pieno nelle regioni del Centro Nord, mentre nelle regioni del Mezzogiorno è del 20,6%. Generalizzarlo, ossia estendere questo modello alla partecipazione di tutti gli alunni, trasformando tutte le classi a 40 ore settimanali di funzionamento, comporterebbe assumere nuovi docenti e creare nuove strutture e nuovi servizi all’interno delle scuole.

Per generalizzare il tempo pieno sono almeno tre i livelli di spesa da affrontare, anche se non facili da quantificare: il costo del personale docente e Ata (a carico dello Stato); i costi per i servizi di mensa e di trasporto (a carico dei Comuni); i costi per nuove strutture o trasformazione di locali (a carico dei Comuni). Vi sarebbe poi l’investimento una tantum a carico dei Comuni per ampliamenti delle strutture o per nuove costruzioni (non meno di tre locali per ogni scuola, compreso il refettorio). Stimando in almeno 750 mila euro gli oneri per ogni scuola messa in condizione di accogliere il tempo pieno, la spesa ammonterebbe complessivamente a circa 6 miliardi di euro.

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